Il venerabile vescovo cattolico statunitense Fulton J. Sheen dedica l’intero capitolo V, “The Rosary”, del suo libro The World’s First Love: Mary, Mother of God (McGraw-Hill 1952; Ignatius Press 1996), alla spiegazione profonda di questa preghiera tanto semplice quanto potente. Per Sheen, il Rosario non è una ripetizione meccanica di parole, ma un atto che coinvolge tutto l’essere umano: le dita scorrono i grani, la voce recita le Ave Maria e la mente contempla i misteri della vita di Cristo. Come scrive lo stesso autore:
«Il Rosario è la migliore terapia per queste anime angosciate, infelici, timorose e frustrate, perché unisce l’uso simultaneo di tre potenze: quella fisica, quella vocale e quella spirituale.»
In questa armonia di corpo, voce e spirito, il Rosario diventa una vera terapia dell’anima, capace di portare pace interiore e conversione.
Riordino dell’anima disordinata
L’uomo moderno è spesso frammentato: pensa una cosa, dice un’altra, agisce diversamente. Il Rosario ricompone l’anima, riportando unità e pace. Partecipando alla preghiera, l’individuo ritrova equilibrio interiore, calma le ansie e affronta la vita con maggiore serenità.
Ogni decina offre una finestra sui misteri del Vangelo, dalla gioia dell’Annunciazione, al dolore della Passione, fino alla gloria della Risurrezione. Sheen sottolinea:
«Il Rosario è il libro dei ciechi, dove le anime vedono e vi partecipano al più grande dramma d’amore che il mondo abbia mai conosciuto.»
In questo senso, il Rosario diventa una vera scuola del Vangelo, permettendo al fedele di entrare nei misteri di Cristo attraverso lo sguardo di Maria.
Via alla conversione
Fulton Sheen enfatizza la forza trasformante del Rosario. Anche chi è lontano dalla fede può trovare la conversione iniziando a recitarlo. Scrive:
«Se desideri convertire qualcuno alla pienezza della conoscenza del nostro Signore… allora insegnagli il Rosario. Una delle due cose accadrà: o smetterà di recitarlo, oppure riceverà il dono della fede.»
In questa prospettiva, Maria non è solo mediatrice, ma maestra che conduce le anime a Cristo, aprendo la mente e il cuore alla grazia.
Arma spirituale e difesa interiore
Oltre alla dimensione meditativa e contemplativa, il Rosario ha un ruolo difensivo e protettivo. Sheen osserva che ogni Ave Maria diventa una pietra lanciata contro il male, un gesto semplice ma potentissimo per contrastare il disordine morale e le ideologie ostili alla fede.
In tempi di materialismo e di relativismo, il Rosario si rivela arma dei semplici, accessibile a tutti e capace di difendere la mente e l’anima dalle insidie del mondo.
Contemplazione e ritmo interiore
Infine, Sheen descrive il Rosario come una scuola di contemplazione. La ripetizione delle preghiere non distrae, ma permette di immergersi sempre più profondamente nei misteri. Come il battito del cuore o il ritmo di un canto liturgico, il Rosario crea armonia interiore, calma e pace.
È così che il Rosario diventa non solo preghiera personale, ma anche strumento di rinnovamento spirituale: capace di guarire l’anima, fortificare la fede e portare luce nel mondo.


