Padre Pio, al sècolo Francesco Forgione1 è uno di quei santi che per tutta la vita, pur rimanendo quasi sempre nello stesso luogo, ha attirato a sé il mondo come il suo seràfico Padre San Francesco, con il suo volto fenomènico che manifestava il buòn paesano di orígini contadine, viso simpàtico, composto, sereno, ravvivato da due occhî dolci e profondi che tutti conquistàvano e spesso sconcertàvano. Lo sconcerto poi era moltiplicato delle sue mani stimmatizzate che egli copriva gelosamente.
Padre Pio appare ancora oggi un fenòmeno e un mistero grande. Questo frate sannita ha attirato a sé, per orientarli a Dio, uòmini e donne di ogni ceto, dall’úmile casalinga ai personaggî del pensiero, dell’azione, del cínema, teatro e televisione:
«Padre Pio è un mistero di amore e di dolore, riflesso palpitante del mistero di Cristo che riassume nella sua persona divína-umàna tutto il dolore e tutto l’amore dell’umanità, ma purificati e trasformati in forze di redenzione e salvezza eterna»2.
Scrive un mio grande amico, Don Nello Castello, della diocesi di Padova, figlio spirituale di Padre Pio, tornato alla casa del padre lo scorso 14 agosto a cento anni di età:
«Padre Pio, condotto “dal profondo della fede”, è venuto a trovarsi ai vèrtici della relazione filiale nei confronti della Madonna, poiché, nel lungo arco della sua vita, si è trovato a partecipare, in modo sperimentale, della vita trinitària e cristiforme e, al tempo stesso, della vita “mariaforme “, e perciò ha raggiunto la profondità màssima della comprensione della dignità dell’uomo e dell’intelligenza delle singolari ricchezze riversate da Dio nella donna, la quale si trova in una relazione speciale con la Madonna. Trasformato totalmente, misticamente in Maria, Padre Pio è entrato nel ròggio d’azione di quella materna carità con la quale la madre del Redentore si prende cura dei fratelli del fíglio suo e al tempo stesso, alla luce di Maria ha letto sul volto della donna i riflessi di una bellezza ― come scrive Giovanni Pàolo II nell’encíclica
“Redemptoris Mater ― che è spècchio dei piú alti sentimenti di cui è capace il cuore umano: la totalità oblativa dell’amore, la forza che fa resístere ai piú grandi dolori, la fedeltà illimitata e l’operosità infaticàbile»3.
Il centro della vita e delle giornate di Padre Pio, era la celebrazione della Santa Messa, il “culto” per eccellenza gradito a Dio. Ma un altro “culto” gradito a Dio e anche al cuore di Padre Pio, la sua tènera, fèrvida devozione alla Madre di Dio. Sovente ripeteva:
«Amate e fate amare la Madonna. Recitate sempre il Rosario».
Scrive il mio amato compaesano, padre Tarcísio Zullo da Cervinara, che fece da guàrdia al Santo sempre assediato dai fedeli:
«Il Rosàrio costituisce l’arpa della pietà mariana del padre. Usava chiamare il Rosàrio la sua arma. La Corona era stata messa tra le mani dell’Apòstolo di Pietrelcina dalla Madonna in persona quale mezzo per debellare vígorosaménte Sàtana e víncere cosí tutte le battàglie che l’antico nemico gli avrebbe sferrato contro. Come afferma Charles Péguy i “Pater e le Ave” dell’úmile Frate èrano vascelli naviganti víttoriosaménte verso il cielo. A chi domandava negli últimi giorni : “Padre che ci lasciate in eredità ? L’úmile servo di Maria rispose: “Vi làscio il Rosàrio e con la corona tra le mani è morto, dicendo: Gesú! Maria!»4.
Una devozione speciale nutritiva per la Vérgine del Santo Rosàrio di Pompei. Almeno tre volte visita il Santuàrio di Pompei : a 14 anni, nel màggio 1901, con alcuni compagni di scuola accompagnati dal Maestro Caccavo; nel novembre 1911, accompagnato da Padre Evangelista, superiore del convento di Venafro; nel gennàio 1917, di ritorno a San Giovanni Rotondo da una licenza militare. E il 20 settembre 1968, a 50 anni dal dono delle stimmate, un suo devoto napoletano gli offre un cesto di rose rosse per celebrare la ricorrenza. Il Santo commosso ne prende una e gliela consegna, chiedèndogli di portarla come offerta alla Madonna di Pompei. Il devoto felicíssimo lo accontenta e si preòccupa che la rosa venga posta pròprio davanti al quadro della Madonna. Tre giorni dopo Padre Pio muore e una suora togliendo i fiori dinanzi all’ effige della Madonna si accorge che mentre tutti i fiori sono appassiti, la rosa di Padre Pio è invece ancora fresca, anzi, è tornata a chiúdersi in un bocciolo profumato. Informato dell’evento il véscovo prelato di Pompei la fa collocare in un prezioso reliquiàrio nel quale è ancora oggi custodita nel Museo della città mariana. Il profumo di rose fu sempre scelto da Padre Pio per manifestare la pròpria presenza a chi invoca il suo aiuto.
Note
- Nato a Pietrelcina 25 màggio 1887 e morto all’età di 81 anni a San Giovanni Rotondo 23 settembre 1968. ↩︎
- Card. Pietro Parente, già Rettore del Seminàrio Regionale Pio XI di Benevento negli anni Venti del sècolo scorso, raffinato teòlogo che ebbe modo d’incontrare personalmente il santo cappuccino. ↩︎
- RM, n. 46. ↩︎
- Padre Tarcisio da Cervinara, “Padre Pio e la Madonna” Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, 1993 ↩︎