Mentre in Itàlia sono sempre più le persone che stanno aprendo gli occhî verso le “ondate” di COVID perché non crèdono più alla narrazione di un governo che:
- alimenta la psico-pandemia con il ricorso alla propaganda ascientífica e al discredito gratúito delle voci contrastanti,
- ricorre sempre più evidénteménte al ricatto lavorativo e sociale per aumentare la quota dei vaccinati,
- spàccia per misura sanitària la misura política della Certificazione Verde
- e stigmatizza, contro ogni evidenza scientífica, i non vaccinati come “untori”,
¡c’è ancora una giornalista che si stupisce e inorridisce per le affermazioni di un sacerdote che sostiene una narrativa pandèmica che si discosta da quella governativa!
Si chiama Monica Serra, ha poco piú di trent’anni, è giornalista freelance e collabora con La Stampa e Donna Moderna. Scrivo di lei perché in un suo articoletto del 24 novembre 2021 apparso su La Stampa dà sfogo al suo stupore e orrore (vero o falso non so) denigrando don Giuseppe Agnello ― sacerdote siciliano che da anni collàbora con la Himmel associazione e che púbblica sui canali Youtube e Facebook di quest’última le sue omelie domenicali ― per avér espresso un pensiero dissenziente dalla propaganda pandèmica governativa e massmediàtica. Monica Serra nel suo artícolo non entra nel mèrito delle questioni sollevate da don Giuseppe, ma dà per scontato che esse síano errate, risíbili e denigràbili. Non si avvede che l’irruenza della sue accuse palésa la debolezza delle sue argomentazioni e svela i suoi pregiudizî.
Ebbene, don Giuseppe è presentato da Monica Serra come un “no vax” e “complottista”, cioè come una persona che, secondo l’attuale neolíngua giornalística, è degno del púbblico ludíbrio. E sí, perché chi non accetta di farsi inoculare un fàrmaco sperimentale che pròvoca una valanga di effetti collaterali, non impedisce la trasmissione del virus e non protegge dalle nuove ondate pandèmiche è detto “no vax”, “opportunista”, “egoista”. Coloro poi che sostèngono il Great Reset vèngono definiti “complottisti”, come se non vi fóssero prove a suo sostegno. ¡È piú facile dare del “complottista” a qualcuno che indagare su chi pare stia cospirando! Si corre in questo caso molto più ríschio per la pròpia incolumità.
Ebbene, ma cosa ha detto di così “terrificante” don Giuseppe da meritare un tale trattamento? Nulla piú e nulla di meno di quanto affermano milioni di persone nel mondo, che non sono ― come vuol far crédere Monica Serra per screditare ulteriormente don Giuseppe ― tutte di estrema destra, cioè appartenenti a quell’ala política che nell’immaginàrio collettivo incarna il male assoluto. Nell’omelia che ha attirato l’attenzione di Monica Serra, quella della XXXIV Doménica del Tempo Ordinàrio, Solennità di Nostro Signore Gesú Cristo Re dell’Universo, don Giuseppe ha detto:
«Noi sappiamo qual è il servízio che si attende il Signore da noi! Tutti dobbiamo èssere al servízio della verità e santificarci nella verità, perché le bugie hanno le gambe corte, ma pòrtano ugualmente lontano, nel disórdine piú totale.
Questo è quello che succede oggi. Con le bugie ci stanno portando lontani dal regno di Dio e gli uni dagli altri: divisi in categorie in vista del Great reset previsto dal Forum di Davos. I potenti della Terra ci fanno crédere che dipende da noi l’uscire fuori dalla cosiddetta pandemia, e invece dipende da loro, perché loro l’hanno pianificata. Ci hanno fatto crédere che fóssero interessati alla nostra salute, ma penso che abbiate capito tutti che sono interessati ai soldi. Gònfiano alcuni dati per mantenere alta la paura e ne nascòndono altri sulle cure domiciliari che hanno evitato il ricòvero e la morte di chi ha preso il covid, ma ha avuto la fortuna di mèdici in prima línea e non la sfortuna di línee telefòniche intasate. Ci forníscono con la propaganda una soluzione che doveva far raggiúngere l’immunità di gregge, ma siamo punto e a capo. Pàrlano di resilienza, ma sanno che può resístere poco chi non ha piú liquidità a cui attíngere e deve pagare tasse, bollette e affitti.
Fanno discorsi meravigliosi contro tutte le mafie, le forme di violenza, e di sfruttamento, eppure hanno sospeso lo stipèndio di òttimi lavoratori, perché non hanno voluto scègliere la loro imposta soluzione. Hanno reso legale il pizzo (vòglio dire il tampone), per chi è sano e onesto cittadino che vuole andare a lavorare, ma non hanno dato un lavoro a chi finora ha vissuto col rèddito di cittadinanza. La loro testimonianza non è una testimonianza alla verità».
In estrema sintesi don Giuseppe, dunque, ricorda ciò che migliaia di studiosi di tutto il mondo stanno dicendo e milioni di persone hanno accolto, tra le quali anche mons. Carlo Maria Viganò.
Monica Serra si allínea semplicemente alle direttive redazionali del giornale con cui collabora, direttive che mírano all’appòggio della narrazione governativa per mezzo della propaganda e del discrédito del dissenso.
¿Perché tutto questo accanimento contro chi esèrcita in scienza e coscienza la pròpria libertà di pensiero e di espressione? Perché chi mira al potenziamento del controllo della popolazione teme la “minoranza” che ha conservato un po’ di spírito crítico, avendo l’abitúdine di verificare ogni tipo di informazione e di sacrificarsi per la verità e il bene. Questa minoranza di cui don Giuseppe ed io facciamo parte è dunque portatrice di un virus che è molto piú potente del SARS-CoV-2, poiché è capace di risvegliare le masse assopite dalla falsa propaganda martellante.