La lúcida follia suicidària e omicida del guerrafondàio Macron e le sue possíbili conseguenze
A poche ore dalla conferma del trasferimento di truppe francesi in terra ucraina a sostegno del regime di Kiev, mi risuonano nella mente le parole che il ministro degli Èsteri ungherese, Peter Szijjártó, pose a commento di ciò che fino ad oggi era solo una ipòtesi della lúcida follia suicidària e omicida del guerrafondàio Macron:
“L’invio dei soldati europei in Ucraina segnerà l’inizio della terza guerra mondiale” .
Giustamente, oggi, Alessandro Orsini, esperto in sicurezza internazionale, ha commentato nella sua pagina Facebook:
Putin ha ordinato ai propri soldati di addestrarsi al lancio delle testate nucleari tattiche contro l’Ucraina. È una risposta alle minacce di Londra che ha incoraggiato Zelensky a colpire il territorio russo con i missili inglesi a lunga gittata. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha aggiunto che è anche una risposta alla disponibilità dei governi occidentali a “inviare truppe in Ucraina”.
Ho trovato così una nuova conferma alla previsione che avevo fatto all’inizio della guerra sotto forma di regolarità empirica: “Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina”. Ovviamente questa previsione riguarda non soltanto la quantità di armi, ma anche la loro qualità. Più sofisticate saranno le armi della Nato che colpiranno la Russia, maggiore sarà la sofisticatezza delle armi russe che colpiranno l’Ucraina.
Che dire?
Combattere una guerra con la Russia, sapendo che Putin può chiuderla in qualsiasi momento con le testate nucleari, è la prova certa della decadenza della classe dirigente dell’Unione europea.
Come finirà la guerra in Ucraina?
Molti se lo chiedono in questi giorni. Persino i media dominanti riconoscono che l’Ucraina è ormai spacciata. Ecco la mia risposta:
la fine della guerra coinciderà con la fine dell’Ucraina. L’Ucraina sarà smembrata e costretta ad accettare le condizioni di Putin. Zelensky sarà sconfitto e umiliato. Questa, ovviamente, è soltanto l’ipotesi migliore.
Nell’ipotesi peggiore, l’Ucraina verrà distrutta dalle bombe atomiche. Nessuno proteggerebbe l’Ucraina dalle testate nucleari di Putin così come nessuno protegge i palestinesi dai missili di Netanyahu.
Dal punto di vista dell’Occidente, l’Ucraina non vale una guerra nucleare con la Russia. Sotto il profilo geopolitico, Ucraina e Palestina non sono abbastanza importanti per giustificare una guerra apocalittica per nessuno Stato. Gli Stati sono attori razionali. Le guerre a cui partecipano devono avere due tipi di caratteristiche di base. La prima è che devono essere “vincibili”; devono essere guerre che gli Stati credono di poter vincere. La seconda è che devono essere “profittevoli”; devono essere guerre talmente remunerative da compensare i costi con i ricavi. Detto più semplicemente, gli Stati entrano in guerra se credono di poter vincere e prendere più di quel che perdono. Non basta credere di poter vincere per entrare in guerra.
Ovviamente, esistono anche gli Stati vassalli, che fanno eccezione a questa regola. Lo Stato vassallo (Italia compresa, ndc) entra in guerra contro i propri interessi nazionali perché gli viene ordinato da uno Stato da cui è stato sottomesso.
Preghiamo con fede e totale abbandono in Gesú e cerchiamo di éssere speranza per il nostro pròssimo, noi che sappiamo per esperienza che Dio è sempre con chi non lo abbandona.
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Dio è amore. Ha amato l’uomo prima di crearlo e gli ha inscritto uno scopo, che è per lui fonte di glòria e felicità: amare Dio sopra ogni cosa e il suo pròssimo come se stesso. Ma piú che Creatore, Dio è per l’uomo Padre. Tale onore ha destato l’invídia di Lucífero e degli àngeli suoi seguaci verso l’uomo. E la vita umana si è trasformata in una battàglia spirituale spietata, un duello tra due volontà: la Volontà di Dio, che vuole deificare l’uomo per portarlo nel regno eterno dell’amore e la volontà di Lucífero che vuole dannarlo alle pene dell’eterno òdio. Piú che una “divina commèdia”, quella dell’uomo è allora una “umana tragèdia” perché l’uomo, a causa della sua natura decaduta che porta con sé il fòmite delle passioni, è piú propenso a seguire l’ingannévole volontà di Lucífero.
Per víncere questa battàglia è innanzitutto necessàrio conóscere la volontà di Dio. Ed è per questo che l’autore del presente libro, padre Colombano (René) Vuilleumier, la espone al lettore in modo puro e sémplice senza reticenze, aggiunte, complicazioni inútili e confusioni.
Realidade? Telepatia? Alucinações? Trauma psíquico de remorso? Uma das muitas maneiras de graça? Talvez um pouco de tudo isso. No entanto, a história narrada aqui enfatiza um problema angustiante: o aborto.
Sobre o Autor
O padre Domenico Mondrone s.j. (1897-1985), era um padre católico italiano pertencente à Societas Jesus (port.: Companhia de Jesus). Por 54 anos, ele foi editor do jornal quinzenal dos jesuítas “Civilidade Cattolica” – um recorde imbatível ao longo do século XX. Crítico literário atento à literatura espiritual, o padre Mondrone foi um dos grandes admiradores das obras de um jesuíta místico e exorcista como ele (pense no panfleto Mondroniano Cara a cara com o Maligno): Jean Joseph Surin (1600-1665). O religioso inaciano contará outra recorde: a de tornar conhecida a história da santidade de Maria Goretti no “Civilidade Cattolica”. A ele devemos uma das primeiras biografias dedicadas ao futuro São Pio de Pietralcina e a do pai Felice Cappello. Mas o terreno em que Mondrone, agora velho, é o melhor de si mesmo são os nove volumes: “Os santos ainda há”.
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