Pubblicato il Lascia un commento

Omelia: Doménica di Pasqua, Resurrezione del Signore

Letture della messa del giorno

Il Maestro e Signore che si è chinato a lavare i piedi ai suoi apòstoli,… il Servo sofferente che si è lasciato torturare e crocifíggere per abbàttere e víncere ogni violenza e ogni demònio,… Colui che ci ha liberati dal peccato con il suo sàngue, non è rimasto in un sepolcro: la Vita infatti non è vinta dalla morte, come la Luce non è vinta dal búio: Gesú è risorto.

Non dobbiamo cercare tra i morti Colui che è vivo. Questo annúncio dell’àngelo alle donne che sono andate al sepolcro, noi lo mediteremo e vivremo insieme per i pròssimi cinquanta giorni che ci condurranno alla Pentecoste, ma intanto deve diventare il nostro canto, la nostra esultanza, la nostra sicurezza. Nel precònio pasquale cantato all’inízio di questa solenne liturgia, abbiamo sentito dire: «Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la giòia agli afflitti. Díssipa l’òdio, piega la durezza dei potenti, promuove la concòrdia e la pace». Ognuna di queste affermazioni meriterebbe una lunga riflessione. Vorrei però soffermarmi su quest’última affermazione: díssipa l’òdio; piega la durezza dei potenti; promuove la concòrdia e la pace.

Vediàmoli insieme in questo contesto di luce nuova, che ci fa vedere come muore l’uomo vècchio e risorge in Cristo quello nuovo, sicché «la pietra scartata dai costruttori è divenuta [e diventa in ogni tempo] testata d’àngolo», quando seguiamo Cristo sulla via della Croce.

Gesú ci ha insegnato a dissipare l’òdio diventando come bambini, quanto alla purezza del cuore e alla fidúcia verso i genitori: le sue parole sulla Croce hanno rivelato a tutti il suo cuore pieno di amore e la sua fidúcia piena in Dio Padre e nella sua diletta madre. Questo cuore tanto grande ha assorbito tutto il male ricevuto e lo ha trasformato in preghiera per gli assassini, per i beffardi, e per gli incrèduli, riuscendo con la sua mitezza a strappare altre ànime all’impero delle tènebre. Quando l’òdio ricevuto si trasforma in preghiera, e non in violenza, la preghiera díssipa l’òdio, perché chiama Dio ad operare in profondità, dove nessuno può arrivare. Gesú ha fatto questo e ci ha insegnato questo, permettendo alla luce dell’esèmpio di precèdere la luce della vittòria.

Poi ha piegato la durezza dei potenti, facèndosi loro schiavo al fine di entrare nelle vite di tutti, ma restando il Signore, per ispezzare le catene dell’orgóglio di tutti. L’orgóglio, infatti, è il nemico dei cuori, della pace, della verità, della tenerezza. Dove arriva l’orgóglio si pietrífica il cuore, non si cerca la pace, si deforma la verità e si sconosce la tenerezza. Cristo ha piegato la potenza dei potenti perché ha agito senza orgòglio, sia nell’umiltà umana sia nella potenza divina, sia nelle contese con i farisei e gli erodiani, sia con Pilato e i sacerdoti del Tèmpio, sia da agonizzante, sia da Risorto. La sua  potenza di Uomo perfetto ha piegato la durezza dei potenti con la parola franca e coraggiosa, quando era necessària la parola; e col silènzio addolorato, quando è stato inútile ribàttere. La sua potenza di Dio eterno e vero, invece, ha piegato la bòria dei sacerdoti e dei potenti che lo avévano condannato con la risposta della Natura: il sole che si eclissa; il Tèmpio che è squarciato da un terremoto successivo alla sua morte; e la pietra che era stata rotolata davanti al sepolcro, spostata sílenziosaménte senza che le guàrdie poste a custodirla se ne accorgéssero. Per non parlare dei teli che hanno avvolto Gesú: piegati perfettamente e una volta aperti, segnati in un millésimo di secondo dalla potenza radiosa della risurrezione: da una luce immensa che ridà vita al corpo esànime di Gesú, lo spiritualizza e gli fa attraversare il sudàrio come una fiamma che non brúcia ciò che raggiunge. Mi sto riferendo al sudàrio di Gesú, alla ben nota Síndone: anch’essa parla della potenza di Dio che piega la durezza dei potenti scienziati di ogni tempo. Anche questa “fotogràfia” della Risurrezione è una vittòria di Gesú sul male e sull’incredulità. Del resto al suo ingresso a Gerusalemme, sul puledro fíglio di àsina, ¿che cosa aveva detto Gesú a chi voleva méttere a tacere i descèpoli che lo osannàvano?: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc 19, v.40).

¡Ed è pròprio cosí! Se viene tappata la bocca a un discèpolo o se la tiene chiusa per paura, Dio fa parlare le pietre, cioè la Natura inanimata, ma anche i peccatori che si convèrtono.

Poi abbiamo sentito cantare che Cristo «promuove la concòrdia e la pace». Lo fa lavando nel suo sàngue le coscienze e imponendo una sola legge per ottenere la pace: quella del perdono. Una legge scartata da tutte le diplomazie e rappresentanze nazionali e internazionali, ma che Egli ha proposto con gradualità, come la luce del cero che ha gradualmente illuminato tutta la Chiesa in questa Vèglia delle vèglie.

La sua pace è la tranquillità dell’òrdine che Dio ha voluto e inserito in ogni cosa: l’òrdine ristabilito da Gesú dentro il cuore di chi lo accòglie è dunque la sorgente della pace, perché non làscia indietro la giustízia. La Pasqua vissuta in Gesú può unire nella concòrdia i cuori, se ciascuno ha a cuore questo órdine voluto da Dio. Se si ubbidisce ad altri órdini, non promuoveremo la concòrdia e la pace, ma la zizzània e la guerra.

Quello che Gesú ci propone, da Risorto e da Vincitore del Mondo e di Sàtana, è scartato dal Mondo. Il mondo non ammette che il male ricevuto si trasformi in preghiera per chi ci fa del male. Il mondo non concepisce il cammino diritto del credente che non si sottrae agli sputi e alle beffe, pur di non tradire la carità. Il mondo ritiene follia o bestémmia la Croce come punto di riferimento per unire cielo e terra, umanità e divinità, sacrifício per gli altri e consegna di sé a Dio; e, cosa peggiore, ignora la speranza che viene dai Cuori di Gesú e di Maria, uniti dalla Croce per superare la Croce. Scarta tutto questo e càusa di questo scarto si perde la Luce. Ma il Salmo diceva: «La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’àngolo» (Sal 117, v. 22), la testata, cioè la pietra principale che regge tutto in una casa costruita con le pietre. Gesú è stato scartato come Messia, Maestro e Signore, ma è solo Lui che avrà successo sempre nella stòria. Noi dobbiamo solo accettare di averlo come pietra angolare nella costruzione del nostro futuro.

Sia lodato Gesú Cristo.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.