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L’aborto e la testimonianza di Gloria Polo

L'aborto è la testimonianza di Gloria Polo

Per giungere a definire l’aborto «omicidio di un essere umano» non occorre fare appello alla fede e alla morale cristiana, ma è sufficiente riconoscere il «diritto naturale» secondo il quale il feto, fino dalla fecondazione naturale, ossia fino dalla costituzione dello zigote o diploide, possiede un diritto oggettivo, primario, inalienabile all’esistenza. Quando la Chiesa nei suoi documenti magisteriali insegna la morale naturale non impone dogmi da credere, ma propone verità razionalmente accessibili a tutti gli uomini[1].

Per cui noi cattolici nel difendere la vita nascente dobbiamo innanzitutto promuovere la morale naturale su cui si fonda il diritto naturale e successivamente presentare a chi ce lo chiede il meraviglioso progetto di Dio per l’uomo.

Dobbiamo seguire necessariamente questa sequenza operativa, altrimenti non potremmo mai iniziare un dialogo proficuo con i nostri fratelli che hanno una visione della vita nascente differente dalla nostra, rimanendo comunque sempre pronti a fare quello che ci dice san Pietro nella sua prima lettera, e cioè: «rispondere a chiunque domandi ragione della speranza» (1Pt 3,15) che è in noi «con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza» (1Pt 3,16a).

Per assolvere a questo nostro secondo compito nell’essere difensori della vita nascente ecco che ci viene in aiuto anche la visione sull’aborto della dottoressa Gloria Polo. Anzi, direi di più: per un cattolico che desideri difendere la vita nascente è molto importante conoscere anche l’esperienza mistica della dottoressa Gloria Polo.

L’importanza della visione sull’aborto della dottoressa Gloria Polo non dipende dal fatto che apporta delle “novità” alla dottrina cattolica - anzi, non ne apporta alcuna – ma dal fatto che, conformemente alla missione degli autentici profeti di Dio, la sua visione svolge la seguente duplice funzione[2]:

1) fa risplendere le verità del deposito della fede Cattolica negate dalla cultura contemporanea,

2) e mette in guardia dalle nefaste conseguenze derivanti della negazione di tali verità. Conseguenze che non solo sono personali ma anche sociali quando la negazione della verità, cioè il peccato, è sociale.

Andiamo allora a conoscere nel dettaglio quello che ha da dire la Polo sull’aborto. Leggeremo alcuni brani tratti dalla testimonianza di Gloria. Sono visioni che Gloria ebbe guardando nel Libro della vita durante il suo giudizio particolare. È bene sapere che Gloria nel Libro della vita non solo rivide gli eventi della sua vita come lei stessa li visse e li comprese durante la sua vita terrena, ma vide anche ciò che i suoi occhi non furono in grado di vedere: la dimensione spirituale del suo vissuto.

Una delle visione più terribili della sua esperienza mistica è proprio quella riguardante l’aborto che compì quando aveva 16 anni. Vi avverto che è una visione cruda, ma questa è la realtà che il Signore nella sua sapienza non ha censurato a Gloria e desidera venga fatta conoscere:

«Certamente l’aborto fu il peggiore peccato che commisi!» [3]. «Vidi […] come mio figlio fu fatto a pezzi»[4]. […] «Vidi inoltre uscire dal mio corpo alcuni pezzettini del mio bambino che era quasi totalmente formato. La mia creatura innocente fu raggiunta, senza compassione alcuna, dalla pinza del medico, che gli strappò prima un braccetto, poi una gambina; gli amputò e schiacciò la testa e lasciò cadere il mio bebè fatto a pezzi in un secchio rosso di plastica nel quale l’infermiera contò i frammenti. Quando i pezzettini del mio bambino caddero nel secchio rosso, fecero schizzare il sangue e alcuni schizzi sporcarono il camice del dottore che continuò il suo lavoro come se niente fosse»[5].

È proprio questo l’aborto nella sua materialità, ma c’è molto di più. Gloria continua il suo racconto infatti descrivendo la vera realtà spirituale del suo aborto così come le si presentò nel Libro della vita:

«Quando il medico […] prese (il mio bambino) con la tenaglia e lo mutilò, il bambino gridò nonostante l’assenza degli organi vocali. Avrebbe gridato, anche se avesse avuto solo un secondo di vita e la sua vita indifesa fosse stata per spegnersi a causa di una pillola abortiva, perché la sua anima era già matura, pienamente adulta, e fatta a immagine e somiglianza di Dio, sommersa dallo Spirito Santo che esce dal Cuore stesso di Dio»[6]. «Mio figlio sarebbe stato un chiamato al sacerdozio. Compresi che l’aborto è uno dei motivi della carenza di vocazioni: noi mamme le uccidiamo nel nostro grembo»[7].Vidi il mio bambino gridare cosí forte, tanto che il suo urlo rimbombò nel cielo; tutta la creazione tremò; e il Signore, inchiodato alla croce, gridò e pianse amaramente»[8].

Questo grido risulta silenzioso ai più, ma diventa assordante per chi vuole sentirlo. E allora è sconvolgente, ma ciò che adesso leggeremo lo è forse ancora di più:

«[…] Vidi migliaia e migliaia di demonî felici, gioire degli aborti. Un branco di demonî inferociti. Avete presente uno stadio di calcio alla finale della coppa del mondo? Peggio! Aveste visto com’erano contenti!

Compresi allora come l’aborto provocato – non quello spontaneo – sia un sacrificio umano a Satana. Esso è, infatti, il piú abominevole di tutti i peccati, poiché prevede l’uccisione di una creatura innocente e indifesa»[9].

Comprendete ora meglio, cosa intendessi dire nell’introdu-zione a questo mia domanda quando affermavo che è molto importante per un cattolico conoscere anche la visione sull’aborto della dottoressa Gloria Polo. Tali contenuti non po­trete trovarli in nessun trattato di bioetica, perché questa che ci è stata data è una conosceva mistica irraggiungibile attraverso l’utilizzo dalla metodologia di indagine scientifica della bioetica. È una visione profetica della vera gravità dell’aborto. Questa consa­pevolezza mistica dovrebbe animare il nostro essere difensori della vita nascente.

Bisogna ulteriormente specificare che l’aborto non è il fine dell’azione satanica, ma un mezzo attraverso il quale Satana ac­quista più potere sull’uomo. Sentiamo Gloria:

«Nel Libro della vita vidi ancora un gigantesco palazzo, il palazzo della lussuria, edificato da tutti gli aborti ispirati dal Demonio; […] essi soddisfano il suo bisogno di sacrifici umani che gli conferiscono un ulteriore potere sull’uomo»[10].

L’immagine che ha avuto Gloria è potentemente eloquente: il palazzo è simbolo del nuovo potere satanico derivante dai sacrifici umani. Il palazzo è detto “della lussuria” perché la lussuria è il vizio che, slegando la sessualità dalla procreazione, apre le porte all’aborto.

Ma sentiamo ancora Gloria come descrive con un’altra immagine il nuovo potere satanico derivante dagli aborti:

«Il sangue di questi innocenti […] è come se fosse una chiave che permette al Demonio di aprire le serrature dei portali infernali dai quali poter fare uscire ogni tipo di demonî […] che oggigiorno sta infettando l’umanità». «Questi demonî, messi insieme, sono come un gigantesco essere mostruoso e perverso. Noi tutti subiamo la loro spaventosa azione decristianizzante»[11].

Capite che terribile potere hanno questi nuovi demonî? Le conseguenze del peccato dell’aborto non si fermano sulle persone in esso implicate… L’umanità cade più facilmente preda del potere suggestionante di demonî che hanno missioni specifiche:

«La loro missione principale è quella di distruggere il baluardo di Dio nell’umanità: la Chiesa e i sacerdoti, attaccandoli per mezzo dei demonî piú potenti e terribili. I sacerdoti sono odiati a morte perché attraverso la loro funzione santificatrice, d’insegnamento e di governo proteggono l’intera umanità. […] Questi demonî terribili vogliono portare gli esseri umani all’aberrazione totale, schiavizzandoli completamente col manipolare una delle potenze piú grandi donate da Dio all’uomo: la sessualità. Essi cercano di alterarla indebolendo la virtù della castità, spingendo alla perdita del pudore, alla promiscuità sessuale, all’omosessualità e alla bisessualità»[12].

Ecco allora che pare normale che i nostri figli possano crescere indottrinati fin dalla primissima scolarizzazione dall’ideologia gender, quella secondo cui il genere maschile o femminile della persona non è determinato dal sesso di nascita, ma è una libera scelta! Pare normale che a questi bambini venga insegnata la masturbazione. Pare normale credere che vi sia un fantomatico “diritto al figlio” tale da giustificare il ricorso di una coppia omosessuale ad un utero in affitto o a un donatore eterologo. Pare normale la fecondazione eterologa in vitro e la soppressione degli ovuli fecondati sovranumerali. Pare normale che una persona nata uomo ed eterosessuale, pur conservando il sesso maschile, combatta perché le venga riconosciuta l’appartenenza al genere femminile e continui ad essere attratto sessualmente solo dalle donne. Pare normale che una coppia omosessuale voglia che la loro unione venga giuridicamente riconosciuta equivalente al matrimonio. Ripeto ancora una volta: il peccato dell’aborto non si ferma sulle persone che lo commettono, ma permette che si diffondano peccati ancor più abominevoli di quelli commessi a Sodoma e Gomorra.

Ora che abbiamo presentato sinteticamente la terribile visione di Gloria Polo sull’aborto e le gravissime conseguenze sociali di questo tremendo peccato, dobbiamo domandarci: Come aiutare noi stessi e i nostri fratelli? Come evitare che il nostro misericordiosissimo e buonissimo Dio, papà amorevole e provvidente di tutti noi uomini, non perda figli e figlie, sì carnefici ma creati per il cielo. La risposta è: prima di tutto lasciandosi salvare da Gesù.

1) Lasciarci salvare da Gesù significa accogliere, in questo tempo di misericordia che è la vita terrena, il suo amore incommensurabile per ognuno di noi. Amore che elargisce sia alla vittima che al carnefice. Questo amore ha il potere di trasformare la nostra vita e di contrastare l’azione demoniaca in noi e nei nostri fratelli.

2) Lasciarci salvare da Gesù significa anche abbandonarci completamente a Dio, cioè: avere una filiale obbedienza alla sua volontà, la quale esige anche la riparazione al peccato dell’aborto. E allora, come riparare all’aborto?

«Riparare significa, nel caso di un furto, restituire il maltolto. Nel caso dell’aborto il maltolto è la vita del bambino. Allora vi domando: è possibile restituire la vita al bambino ucciso? No. Ciò che dobbiamo comprendere, allora, è che la riparazione dell’aborto è umanamente impossibile. Ma non perdetevi di coraggio. Ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. Infatti, è Dio stesso che aggiunge alla nostra buona volontà ciò che a essa manca perché possa essere realmente efficace»[13]. Cosa può fare allora chi si è macchiato di questo orrendo crimine? «Innanzitutto è necessario confessarsi sacramentalmente […]. Poi dobbiamo […] non peccare piú (Gv 8, 11)»[14]. E come può riparare anche chi non ha contribuito ad un aborto? «( Ingegnandosi) con amore a salvare bambini dall’aborto»[15].

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Note

[1] Cfr. Dario Composta s. d. b., Aborto e diritto naturale, in “Cristianità”, n. 13 di marzo-aprile, 1975.

[2] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, n. 66-67.

[3] Flaviano Patrizi, Sono stata alle porte del Cielo e dell’Inferno. Nuova testimonianza della dottoressa Gloria Polo, Himmel associazione, edizione cartacea, 2011p. 41.

[4] Ivi, p. 40.

[5] Ivi, p. 41.

[6] Ibidem.

[7] Testimonianza di Gloria Polo nel duomo di Jesi, 13/04/2015.

[8] Flaviano Patrizi, Sono stata alle porte del Cielo e dell’Inferno, p. 41.

[9] Ibidem.

[10] Ibidem.

[11] Ibidem.

[12] Ivi 42.

[13] Ivi, p. 43.

[14] Ibidem.

[15] Ibidem.

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