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Come Gesú vuole che viviamo i giorni ímmediataménte precedenti la Quarésima

«Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano» (Mt 7,13).

Molti! Come molti sono coloro che il giovedí grasso, iniziano i sei giorni di festeggiamenti dell’insulsa ricorrenza del Carnevale, che si conclude con un altro giorno detto anch’esso grasso, il martedì, vigilia della Quaresima.

¿È pròprio così che Gesú vuole che i cristiani pàssino il tempo ímmediataménte precedente la Quarésima? ¿Cioè perdendo tempo e denaro per mascheramenti e festeggiamenti, che in alcuni casi sfóciano in eccessi alimentari e sessuali? ¡Pròprio no! Gesú apparendo coperto di sàngue alla beata Maria Pierina (Giuseppa Maria) De Micheli infatti disse in tono mesto:

«Vedi come soffro […] eppure da pochíssimi sono compreso, quanta íngratitúdine anche da parte di quelli che dícono di amarmi. Ho dato il mio cuore come oggetto sensíbile del mio grande amore per gli uómini e il mio Volto lo dò, come oggetto sensíbile del mio dolore per i peccati degli uómini e vòglio sia onorato con una festa particolare il Martedì di Quinquagésima, festa preceduta da una novena in cui tutti i fedeli uniti nella partecipazione al mio dolore con Me riparino» (Madre Maria Pierina De Micheli, Diàrio, 21 novembre 1938).

Ecco come Gesú vuole che i cristiani pàssino il tempo ímmediataménte precedente la Quarésima: contemplando il Santo Volto di Gesú coperto da una màschera di sàngue che svela il suo grande dolore per i peccati degli uòmini. Altro che insensate mascherate mondane!

Solo contemplando il Volto di Cristo troveremo il desíderio, la forza e la costanza di liberarci dalle màschere di peccato che nascóndono il nostro éssere stati creati a immàgine e somiglianza di Dio.

Comprendiamo, allora, che anche le àpparenteménte innócue festicciole parrocchiali di carnevale, organizzate da sprovvedute madri e catechiste, non dovrébbero avere luogo o mèglio: dovrébbero èssere ripensate a partire da quanto Gesú vuole, pena lo sviare giovani menti in formazione. Nella mia diòcesi di appartenenza, Pésaro, sebbene dal 1958 papa Pio XII abbia esteso a tutta la chiesa cattòlica la festa del Santo Volto da celebrarsi il martedì precedente il mercoledí delle céneri, il carnevale è un evento nel quale le parròcchie garéggiano per la màschera migliore. Nell’immàgine di copertina che ho utilizzato per questo mio artícolo si vede l’arcivéscovo di Pésaro con il síndaco e due persone mascherate. L’accostamento di quella foto con il Volto sanguinante di Gesú palesa la profonda discordanza tra il modo di vívere i giorni ímmediataménte precedenti la Quarésima insegnato ai bambini della mia diòcesi di appartenenza e quello indicato da Gesú e dovrebbe indurre alla riflessione circa il valore pedagògico di questa tradizione diocesana.

Per quanti invece poi addirittura pènsano che il Carnevale sia una ricorrenza nella quale siccome “ogni scherzo vale” sia témporaneaménte lècito insozzarsi di ogni sorta di intemperanza ricordo, in conclusione, quanto san Paolo apòstolo disse alla comunità di Èfeso:

«Di fornicazione e di ogni spècie di impurità o di cupidígia neppure si parli fra voi come deve èssere tra santi né di volgarità, insulsàggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. ¡Piuttosto rendete gràzie! Perché, sappiàtelo bene, nessún fornicatore, o impuro, o avaro cioè nessún idolatra ha in eredità il regno di Cristo e di Dio.

Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli dísobbedíscono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Un tempo infatti eravate tènebra, ora siete luce nel Signore. Comportàtevi perciò come figlî della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustízia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle òpere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto:

“Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà”.

Fate dunque molta attenzione al vostro modo di vívere, comportàndovi non da stolti ma da saggî, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate compréndere qual è la volontà del Signore. E non ubriacàtevi di vino, che fa pérdere il controllo di sé» (Ef 5,3-18).

Per chi volesse ulteriori informazioni sulla devozione al Santo Volto e la relativa Novena, segnalo il mio artícolo La devozione al Santo Volto e i suoi frutti.

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