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Elezioni europee. Patroni di Europa, pregate per noi

Il 18 maggio 2019 Matteo Salvini ha tenuto un comizio politico in vista delle elezioni europee 2019 in piazza Duomo a Milano. Dopo aver esposto sinteticamente il lavoro che la Lega si impegna a svolgere in Europa ha così concluso:

«Ci affidiamo ai sei patroni di questa Europa: a san Benedetto da Norcia, a santa Brigida di Svezia, a santa Caterina da Siena, ai santi Cirillo e Metodio, a santa Teresa Benedetta della Croce. Ci affidiamo a loro. Affidiamo a loro il destino, il futuro, la pace e la prosperità dei nostri popoli. E io personalmente affido l’Italia, la mia e la vostra vita, al Cuore Immacolato di Maria che son sicuro ci porterà alla vittoria»[1].

Ha poi baciato il crocefisso di un piccolo rosario che aveva in mano e lo ha alzato alla vista di tutti, come si vede nelle foto allegate.

Quelle parole e quel gesto hanno scatenato un putiferio massmediatico.

Non mi stupisco della reazione degli avversari politici di Salvini che, utilizzando l’odiosa dialettica politica preelettorale, sono avvezzi a stigmatizzare tutte le dichiarazioni e i comportamenti dei loro avversari politici, ma sono inorridito dalle reazioni di alcuni giornali cattolici: Civiltà Cattolica e Famiglia Cristiana e da alcuni esponenti cattolici.

Il primo è Enzo Bianchi, che il giorno stesso del comizio, senza darsi alcun tempo per la riflessione ha prontamente scritto sul suo profilo Twitter un suo commendo di pancia:

 

«Sono profondamente turbato: come è possibile che un politico oggi, in un comizio elettorale, baci il rosario, invochi i santi patroni d’Europa e affidi l’Italia al Cuore Immacolato di Maria per la vittoria del suo partito? Cattolici, se amate il cristianesimo non tacete, protestate»[2]

Perché è profondamente turbato? ― mi chiedo io ― Dove è il male? Perché i cattolici dovrebbero protestare?

Un cattolico che conosce la profezia di san Giovanni Paolo II non solo non dovrebbe protestare, ma non potrebbe che appoggiare Salvini, il quale per inciso non è contrario all’accoglienza degli immigrati regolari e dei rifugiati ma solo all’orda immigratoria irregolare proveniente in prevalenza da paesi a maggioranza islamica. La profezia di Giovanni Paolo II è la seguente:

«[…] Vedo la Chiesa afflitta da una piaga mortale. Più profonda, più dolorosa, più mortale rispetto a quelle di questo millennio. Si chiama islamismo. Invaderanno l’Europa. Ho visto le orde provenire dall’Occidente all’Oriente. Invaderanno l’Europa, l’Europa sarà una cantina, vecchi cimeli, penombra, ragnatele. Ricordi di famiglia. Voi, Chiesa del terzo millennio, dovrete contenere l’invasione. Ma non con le armi, le armi non basteranno, con la vostra fede vissuta con integrità […]»[3]

Salvini nel suo comizio del 18 maggio 2019 ha proprio ricordato al suo elettorato cattolico e non che una vera cultura dell’accoglienza è possibile solo se si rimane fedeli alla propria identità europea, radicata nella cultura giudeo-cristiana[4]. Quella proposta da coloro che hanno smarrito la propria identità culturale, sia per averla rinnegata apertamente che per averla travisata vergognosamente, è una falsa cultura della accoglienza. Avendo smarrito le proprie radici non riescono più a distinguere tra amici e nemici. Diventano allora fautori di una cieca accoglienza indiscriminata che li espone al pericolo di introdurre in casa propria il nemico. Bisogna proprio essere ciechi per non comprendere che stiamo assistendo ud una invasione islamica silenziosa dell’Europa. L’efficacia di tale invasione è proporzionale all’abbandono da parte dei popoli europei della propria vera cultura dell’accoglienza che dovrebbe esprimersi primariamente nell’accogliere la vita nascente proveniente dai propri “lombi” e non l’orda islamica![5].

Sono quindi totalmente fuori luogo gli interventi molto probabilmente anti-salviniani[6] del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, del cardinale arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa Angelo Bagnasco e del cardinale arcivescovo di Perugia e presidente della CEI Gualtiero Bassetti, i quali, essendo sostenitori della suicidaria accoglienza indiscriminata di papa Francesco, hanno rispettivamente affermato:

«Credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso»[7]

«Il Papa è il successore di San Pietro e il suo compito è confermare la fede,  guidare la Chiesa, e ricordare che l’accoglienza e l’integrazione sono valori irrinunciabili del Vangelo»[8]

«Attenzione, non si vive di ricordi, di richiami a tradizioni e simboli religiosi o di forme di comportamento esteriori. Il nostro è un patrimonio che va rivitalizzato anche per consentirci di portare più Italia in Europa»[9]

Se è vero che queste citazioni vanno interpretate, come hanno fatto i media, come una polemica anti-salviniana dei tre cardinali, mi permetto di scrivere — con tutto il rispetto a loro dovuto in quanto principi della Chiesa ma con l’audacia di chi ama coloro a cui rivolge una critica costruttiva — che quelle da loro pronunciate sono parole dette a sproposito, per i seguenti motivi:

  • prima di tutto è più che legittimo chiedere la protezione del cielo per le proprie buone imprese finalizzate alla realizzazione di ciò che viene percepito, magari anche erroneamente, come bene comune;
  • poi Salvini non è contrario all’accoglienza degli immigrati regolari o regolarizzabili. Recepisce quindi i valori evangelici irrinunciabili dell’accoglienza e dell’integrazione ricordati da papa Francesco declinandoli nel modo che crede in coscienza più idoneo.
  • ed infine, pur essendo vero che Salvini, per sua stessa ammissione, non è uno stinco di santo e che va in chiesa solo “tre volte l’anno”, ciò non legittima nessuno a presupporre che tra coloro che lo appoggiano non vi siano cristiani che vivono con integrità la propria fede.

Chi vince però la palma d’ora delle parole dette a sproposito contro Salvini è il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, il quale ha affermato senza ombra di dubbio in chiave anti-salviniana:

«Non possiamo più stare zitti di fronte alle sparate di un ministro sempre più arrogante. Non possiamo più permettere che ci si appropri dei segni sacri della nostra fede per smerciare le proprie vedute disumane, antistoriche e diametralmente opposte al messaggio evangelico. Chi è con Salvini non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell’amore»

Ha proprio ragione Matteo Salvini quando di coloro che lo attaccano per essersi affidato al Cuore Immacolato di Maria e per avere baciato il crocefisso del rosario dice:

«Questa è gente che tace quando tolgono i crocifissi dalle scuole, quando cancellano il natale, il presepe e Gesù bambino».

Detto ciò, vorrei riportare ora un brano scritto da san Luigi Maria Grignon de Monfort che ci aiuta a comprendere la opportunità o meno del gesto di Salvini:

«Alfonso, re di Léon e di Galizia, desiderando che i suoi domestici onorassero la Vergine santa col Rosario, pensò bene di portare al fianco una grossa corona per incitarli con il suo esempio, senza ch’egli, tuttavia, si obbligasse a recitarlo; in tal modo indusse tutti i componenti la corte a recitarlo devotamente. Il re si ammalò e giunse agli estremi. Lo si credeva già morto, ed invece era semplicemente rapito in estasi e portato davanti al tribunale di Gesù Cristo. Vide i demoni che l’accusavano di tutti i delitti che aveva commesso; il divin Giudice era già sul punto di condannarlo alla pena eterna, quando la Vergine intervenne presso il Figlio per intercedere in favore del re. Si prese allora una bilancia, si buttarono su un piatto tutti i peccati del re; la Madonna gettò sull’altro piatto il grosso Rosario che Alfonso aveva portato per onorarla, vi aggiunse i Rosari che, dietro il suo esempio, aveva fatto recitare.

Tutto questo pesò più dei peccati; ed allora la Vergine gli disse guardandolo benignamente: “Per ricompensarti del piccolo servizio che mi hai reso portando la corona, ti ho ottenuto da mio Figlio di vivere ancora per alcuni anni. Impiegali bene e fai penitenza”.

Ritornato in sé il re esclamò: “O benedetto Rosario della Vergine, al quale devo di essere sfuggito dalla dannazione eterna!”. E dopo aver riacquistato la salute, fu sempre devoto del Rosario che recitò ogni giorno»[10].

 

Flaviano Patrizi

 


Note

[1] Vedi il passaggio del comizio.

[2] Vai al tweet del 18/05/2019.

[3] Si veda il video: “Mons. Mauro Longhi testimone di Papa Wojtyla – 22 ott 2017 a Bienno” dal minuto 48:28.

[4] Vedi il passaggio del comizio.

[5] Per un approfondimento della tematica si veda il mio articolo“L’aborto porterà l’Italia all’auto-aborto sociale.

[6] I media a torto o ragione li hanno interpretati in tal senso visto che sono stati pronunciati a ridosso del comizio di Salvini, rispettivamente il 19, 20 e 21 maggio 2019.

[7] Cardinale Pietro Parolin, discorso alla Festa dei popoli, San Giovanni in Laterano, Roma, 19/05/2019.

[8] Cardinale Angelo Bagnasco, intervista a La stampa, 20/05/2019

[9] Cardinale Gualtiero Bassetti, Introduzione alla Assemblea Generale Ordinaria della CEI, 21/05/2019. Seguendo il link è possibile scaricare il testo integrale.

[10] San Luigi Maria Grignion de Montfort, Il segreto ammirabile del santo Rosario per convertirsi e salvarsi, n 29.