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La CEI e la Certificazione verde

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L’1 ottobre 2021 la Segreteria Generale della CEI ha pubblicato la Nota “Certificazione verde e attività di religione e culto. Prime indicazioni circa le attività per cui è necessaria la certificazione verde a partire dal prossimo 15 ottobre“. Il documento, si legge, “contiene alcune prime indicazioni, certamente non esaustive, ma pòssono offrire criterî con cui orientarsi nei casi concreti”.

In questo mio articolo fàccio una crítica a quelli che penso èssere gli elementi negativi della Nota, elementi che manifèstano una acrítica recezione da parte della CEI delle Leggi e dei Decreti-legge concernenti la Certificazione verde (giornalistícaménte sóprannominàta Green pass).

Chi deve avere la Certificazione verde in chiesa?

Dopo una sintetica presentazione del decreto-legge 105, convertito in legge il 16 settembre 2021[1], del decreto-legge 127 (qui il testo) e dopo la rassicurazione che non è necessaria la Certificazione verde per partecipare alla messa, nella nota troviamo una lista di soggetti per i quali è d’obbligo la Certificazione verde per svolgere le loro mansioni, e cioè:

  • i sagrestani,
  • i volontari,
  • il personale adibito alla cura e alla manutenzione del luogo,
  • i dipendenti di enti ecclesiastici (diocesi, parrocchie ecc.).

Obbligo vaccinale in chiesa?

Non c’è alcun obbligo vaccinale per i fedeli. La nota della Segreteria Generale della CEI, però, termina esortando alla vaccinazione:

  • i ministri straordinari della Comunione,
  • i coristi,
  • i cantori,
  • chi fa attività di catechesi in gruppi;
  • chi visita i malati;

cioè più o meno quelli che secondo la missiva della presidenza della CEI intitolata “Curare le relazioni al tempo della ripresa” dell’8 settembre 2021 sarebbero dovuti essere esortati più degli altri fedeli a vaccinarsi. La presidenza della CEI purtroppo ha pienamente abbracciato la campagna vaccinale del governo e la falsa narrativa mediatica con la quale è propagandata. Se ne fa, anzi, portavoce esortando i vescovi a:

promuovere incontri con esperti che possano offrire spiegazioni e delucidazioni sul tema delle vaccinazioni.

Avendo questi incontri la finalità di indurre i fedeli alla vaccinazione, si capisce che gli esperti invitati dovranno essere tutti pro vaccino anti-COVID-19; dovranno essere quegli esperti che hanno la triste abitudine di scartare le pubblicazioni scientifiche peer reviewed, che denunciano i gravissimi problemi delle terapie geniche sperimentali, quelli, cioè, che smontano la propaganda vaccinale di papa Francesco, propaganda che si nutre di slogan antiscentifici, come:

«Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli» (Papa Francesco, videomessaggio ai popoli dell’America Latina del 18 agosto 2021).

Provate a lèggere l’articolo dello specialista  Robert O. Young CPC, MSc, DSc, PhD, Naturopata intitolato “Scanning & Transmission Electron Microscopy Reveals Graphene Oxide in CoV-19 Vaccines”, disponibile anche in traduzione italiana qui, e poi ditemi se vaccinarsi è un atto di amore per sé stessi e gli altri e ditemi se non ho ragione a dire che il papa fa propaganda vaccinale.

Magari fra un po’ i vescovi italiani torneranno ad occuparsi di fede e spero che non vògliano farlo, però, come si apprestano a fare i vescovi tedeschi al sinodo della Chiesa tedesca, dove pare verrà messa in discussione la necessità del sacerdòzio ministeriale[2]. Nel frattempo però abbiamo tra i sacerdoti degli zelanti sostenitori della vaccinazione che vanno ben al di là di ciò che sancisce la legge civile. Nella diocesi di Pesaro, ad esémpio, il cappuccino padre Marzio Calletti ha avuto la “parresia evangelica” di affermare in una intervista pubblicata il 18 settembre 2021 sul Resto del Carlino, articolo inquietantemente titolato “Parrocchie, i collaboratori devono vaccinarsi”, le seguenti parole:

“Il parroco ha facoltà di sospendere dal servizio coloro che non vogliono vaccinarsi”,

come se l’obbligo vaccinale colpisse non solo chi svolge professioni sanitarie o professioni di interesse sanitario, ma anche chi presta un servizio nelle chiese! Padre Marzio Calletti non sazio del suo mal diretto zelo apostolico ha avuto anche l’ignoranza di affermare:

è una questione di obbedienza e di fiducia. La chiesa è fatta di pastori, di discernimento, e la direttiva che arriva dal Papa e dai pastori è chiara: vaccinarsi per aiutarsi e proteggersi”,

Mi sa che la malattia COVID-19 ha lasciato in padre Marzio gravissimi strascichi nelle sue capacità cognitive, visto che fa rientrare nell’obbedienza e nella fiducia dovuta alla gerarchia ecclesiastica l’inoculazione delle attuali terapie geniche sperimentali distribuite in Italia! I vescovi non pòssono andare al di là dell’esortazione e noi fedeli non gli dobbiamo in questa materia alcuna obbedienza.

¿E i preti dovranno avere la Certificazione verde?

Sebbene i sacerdoti non sono compresi nei due elenchi della Nota della Segreteria Generale della CEI, elenchi riguardanti gli obbligati ad avere ed esibire la Certificazione verde e gli esortati al vaccino, per continuare a svolgere la loro missione pastorale già in molte diocesi italiane sono stati avvertiti dai loro rispettivi véscovi che dovranno scegliere tra la vaccinazione e il tampone. I vescovi, però, li spingono a vaccinarsi. ¡Come è vero che troppi vescovi, dimentichi della Roccia che li ha generati (cfr Dt 32,18), non sanno più indicare il “cielo” e indicano, allora, la “terra”. Dando per scontata, per lo meno a livello comunicativo, l’infondata equazione “non vaccinato = contagioso”, seconda solo alla grande stupidata di Draghi: “Chi non si vaccina muore”, questi vécovi non solo ométtono di vigilare il gregge, ma, ingannati dalle arti persuasive del lupo, hanno finito per invítarlo a entrate nell’ovile. Stanno operando, in definitiva, alla stregua della Chiesa Patriòttica Cinese, cioè di una chiesa totalmente prona allo Stato.

Molti sacerdoti sono contrari a farsi inoculare una terapia génica sperimentale, ma cédono al ricatto lavorativo dei loro vescovi. Tre sono le loro possibilità: vaccinarsi, fare il tampone o celebrare da soli. Quasi tutti si vaccinano. Quelli che lo fanno di mala voglia, nel tentativo di farsi coràggio, pensano di averlo trovato in ciò che è riportato nel capitolo 16 del vangelo di Marco, nel quale troviamo scritto:

«Questi saranno i segni che àccompagnerànno quelli che crédono: nel mio nome scacceranno demonî, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (Mc 16,17-18).

Ma il passo evangèlico appena citato giustífica la loro applicazione? La risposta è no perché, mentre nel Vangelo ci si riferisce esclusivamente agli evangelízzatóri nell’esercízio della pròpria testimonianza di fede (cfr Mc 16,15.20), il sacerdote che si fa inoculare volontàriaménte il siero gènico sperimentale ― e lo fa volontàriaménte anche chi tra loro cede al ricatto lavorativo e sociale, visto che firma un consenso volontàrio prima della vaccinazione ― lo fa per sottomissione acritica ad un governo politico ed ecclesiale sempre più dispotico o per “fede nella scienza”, come se la scienza fosse qualcosa verso cui fare un atto di fede e non un semplice protocollo di indàgine i cui risultati sono verificàbili ed eventualmente falsificàbili per mezzo di nuove scoperte scientifiche. Se il sacerdote si lasciasse inoculare il siero gènico sperimentale pur sapendo quali sono i suoi effetti sul sàngue umano[3], cioè eventi avversi gravi anche fatali, e si giustificasse dicendo di èssere necessàriaménte protetto da Dio e che anzi si metterebbe nella condizione di lasciare che Dio manifesti i segni che accompàgnano quelli che crédono in Gesù, starebbe semplicemente tentando Dio; sarebbe cioè caduto nella seconda tentazione Satànica subita da Gesù nel deserto (Mt 4,5-6). È Sàtana che vuole esporci a prove sia físiche, sia morali non necessàrie e alla possibilità di una morte prematura con le conseguenze eterne ad essa connesse, e cioè: dannazione o purgatòrio piú rigido.

Non si applica quanto ho scritto a quei cristiani che avessero a subire una vaccinazione coatta o non hanno piena avvertenza del rischio nonostante abbiano cercato di informarsi.

A mio parere i sacerdoti consapévoli non dovrébbero cédere, vaccinandosi, al ricatto lavorativo dei loro véscovi, anche quando fóssero indotti alla vaccinazione non per “fede” verso quella falsa scienza dogmàtica, che índica nella terapia gènica sperimentale l’única àncora di salvezza, ma indotti dalla nòbile idea di non abbandonare la cura pastorale dei fedeli a loro affidati. Dovrebbero non ricorrere alla vaccinazione, applicando a essa ciò che san Paolo scrisse nel capitolo ottavo della sua prima lettera canonica alla comunità di Corinto sulla liceità di nutrirsi delle carni che i pagani offrivano nei templi ai loro idoli:

1 Riguardo alle carni sacrificate agli idoli, so che tutti ne abbiamo conoscenza. Ma la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica. 2Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere. 3Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. 4Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idoli, noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c’è alcun dio, se non uno solo. 5In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra – e difatti ci sono molti dèi e molti signori -,

6per noi c’è un solo Dio, il Padre,
dal quale tutto proviene e noi siamo per lui;
e un solo Signore, Gesù Cristo,
in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui.

7Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, fino ad ora abituati agli idoli, mangiano le carni come se fossero sacrificate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com’è, resta contaminata. 8Non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio: se non ne mangiamo, non veniamo a mancare di qualcosa; se ne mangiamo, non ne abbiamo un vantaggio. 9Badate però che questa vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli. 10Se uno infatti vede te, che hai la conoscenza, stare a tavola in un tempio di idoli, la coscienza di quest’uomo debole non sarà forse spinta a mangiare le carni sacrificate agli idoli? 11Ed ecco, per la tua conoscenza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! 12Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. 13Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello. (1Cor 8,1-13).

Ora, riflettiamo per comprendere in quale misura il brano biblico si applica alla vaccinazione anti-COVID-19. Dunque, la stragrande maggioranza delle persone si è vaccinata senza sapere, perché sconosciuti anche ai ricercatori, gli eventi avversi immediati, a mèdio tèrmine e a lungo tèrmine. È stato ripetutaménte chiesto loro un vero e pròprio atto di fede nella scienza dogmàtica, propagandata dal governo con l’appoggio del papa e della CEI. Non poteva èssere chiesta loro un’adesione consapevole, se non un secondo prima di vaccinarsi, quando cioè distrattamente gli è stato porto il fòglio del consenso informato perché lo firmassero. E loro, abdicando alla ragione, hanno fatto questo atto di fede idolatrico, lasciandosi inoculare il “siero della salvezza”, àssumèndosi per giunta la responsabilità delle conseguenze negative. Questo perché l’uomo occidentale non crede piú in nulla se non nella salvezza del corpo e nella fortuna, che a loro parere non è cieca, se non per gli altri. Per essa è disposto a sacrificare tutto, dalla libertà agli affetti. Per questo, il nostro è il tempo in cui i médici spodestano i preti e la medicina si erge a nuova religione. I fedeli cattolici sono inseriti in questo tempo e ne subíscono l’influsso. ¿Ora, il fedele, vedendo il sacerdote che si vaccina, non sarà ulteriormente irrobustito nel suo pensiero idolatrico?

Se il papa esorta a vaccinarci, dobbiamo vaccinarci?

La legíttima e personale opinione del papa sulle attuali terapie gèniche sperimentali non è vincolante per il fedele cattòlico. La sua opinione non solo non gode della “infallibilità magisteriale” (vd Codice di Diritto Canonico [CDC] can. 749, 1), ma non raggiunge nemmeno il grado di “magistero autèntico” (vd CDC can. 752-753), al quale, sebbene fallíbile, noi fedeli siamo «tenuti ad aderire con religioso ossequio dell’ànimo” (CDC can. 753). L’único documento magisteriale sugli attuali «vaccini» è la nota della Congregazione per la Dottrina della fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19 del 21 dicembre 2020. In essa viene ribadito che:

la vaccinazione non è, di norma, un òbbligo morale e […] deve èssere volontària. […] (punto 5)

ed è contemplata la possibilità di rifiutare, per motivi di coscienza,

i vaccini prodotti con linee cellulari procedenti da feti abortiti (punto 5)

cioè tutti quelli anti CoViD-19 distribuiti in Itàlia.

Esortazione finale alla coerenza

Guai a coloro che, avendo consapevolezza del terríbile inganno sanitàrio in cui stiamo vivendo, tàcciono per timore di èssere considerati politicamente dissidenti, religiosamente disobbedienti, socialmente irrispettosi del giudízio della maggioranza o tacciono a càusa di una loro errònea idea di unità ecclesiale, unità che crédono possa èssere fondata solo sulla carità, dimentichi del valore fondativo della verità ― non è forse questo il falso concetto progressista di unità, che prende il nome di “inclusione”? ―. È loro dovere denunciare il male conosciuto, senza mai mancare alla carità e quindi senza mai obbligare alcuno.

Il vero cristiano sa che la libertà individuale è una qualità intoccàbile dell’ànima umana, visto che lo stesso Dio altíssimo la rispetta. Il cristiano vero, quindi, ha già un valido critèrio per giudicare le leggi e i decreti-legge riguardanti la Certificazione verde. Essendo una imposizione ingannevole non può che venire dal nemico di Dio. È ingannevole perché le premesse che ne giustíficano l’introduzione sono infondate, come ha dimostrato il prof. Mariano Bizzarri.

Video dell’audizione al Senato del prof. Mariano Bizzarri

La certificazione Verde è imposta dunque per ragioni polítiche e non sanitàrie. Ai non vaccinati etichettati disprégiativaménte come “opportunisti” dal ministro per la púbblica àmministrazióne Brunetta ― viene fatto “pagare il costo della non vaccinazione” non solo monetàriaménte, ma anche psicològicaménte, al fine di indurli alla vaccinazione per sfinimento. Sentite, infatti, cosa ha candidamente confessato Brunetta:

Brunetta, quindi, senza entrare nel mèrito delle sue innumerévoli castronerie lògiche e mèdiche, nel suo discorso calpestata la coscienza e i diritti di chi non vuole sottoporsi ad una terapia genètica sperimentale. Chi sostiene, appòggia o induce l’obbedienza a queste misure dispòtiche fa il gioco di distruzione di polítici criminali, anche se è la stessa CEI.

Denunciare all’interno della Chiesa Cattòlica il grave abuso sanitàrio perpetrato dal nostro governo e sostenuto da quasi tutto l’episcopato italiano non è un atto separativo, perché non tocca la fede e la morale della Chiesa, ma sempliceménte un’opinione discutíbile dei véscovi italiani. La nostra denúncia è, inoltre, rispettosa della libertà di opinione e non impone alcun ché; è un atto di carità verso gli abusatori stessi, perché si pòssano ravvedere, e verso le loro víttime, perché pòssano èssere liberate.

La separazione all’interno della Chiesa, in verità, viene generata da coloro che, essendo conniventi con i poteri statalisti o essendo per ideologia, comodità o paura, sémplici esecutori acrítici di un comando geràrchico, calpestano la libertà degli indivídui, imponendo per mezzo del ricatto lavorativo o sociale, trattamenti sanitari indesiderati, come ha fatto il romano pontefice con i dipendenti vaticani e alcuni sacerdoti nelle loro parròcchie, e obbligando i fedeli, che svolgono funzioni di lettori o accoliti, come ha fatto la CEI, all’adozione di uno strumento ― ripeto ― político e non certo sanitàrio, come è la Certificazione verde.

La testimonianza più límpida di fede e buon senso, che un sacerdote può dare, è seguire le sémplici norme presenti nel “Protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo” senza aggiungere nulla a ciò che è scritto nel documento ― come purtroppo molti hanno fatto, vietando abusivamente la comunione in bocca (vedi qui) ― e rifiutarsi di sottoporsi anche ai tamponi, se non hanno síntomi símil influenzali. Testimonieranno, cosí, di èssere pastori líberi in Cristo e muniti di buon senso. Già in questo sarébbero martiri, dato che avrébbero a subire l’insensata crítica degli idolatri caduti víttima della propaganda mediàtica, ma lo saranno con ancora più evidenza per molti, quando saranno portati via di forza dall’altare e, non rispondendo con violenza alla violenza, ma dicendo: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”, si lasceranno portare via dalla parrocchia. Così facendo, non avranno lasciato il gregge a loro affidato, ma saranno stati strappati ad esso, dando forza a tanti di resistere alla tirannide terapeutica.

Ricordate tutti:

«Non iniziò con le camere a gas. Non iniziò con i forni crematori. Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. Non iniziò con i 6 milioni di ebrei che persero la vita. E non iniziò nemmeno con gli altri 10 milioni di persone morte, tra polacchi, ucraini, bielorussi, russi, yugoslavi, rom, disabili, dissidenti politici, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e omosessuali.

Iniziò con i politici che dividevano le persone tra “noi” e “loro”. Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione. Iniziò con promesse e propaganda, volte solo all’aumento del consenso. Iniziò con le leggi che distinguevano le persone in base alla “razza” e al colore della pelle. Iniziò con i bambini espulsi da scuola, perché figlii di persone di un’altra religione. Iniziò con le persone private dei loro beni, dei loro affetti, delle loro case, della loro dignità. Iniziò con la schedatura degli intellettuali. Iniziò con la ghettizzazione e con la deportazione.

Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibileobbediente e cieca, con la convinzione che tutto questo fosse “normale”.

L’Olocausto è una pàgina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della Memoria. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze pòssono nuovamente èssere sedotte ed oscurate: anche le nostre» (Primo Levi, Se questo è un uomo).

Flaviano Patrizi


Note

[1] Il testo del decreto-legge 105 coordinato con la legge di conversione n. 126 è pubblicato a p. 42 della Gazzetta Ufficiale n. 224 del 18 settembre 2021

[2] Per approfondimento: Nico Spuntoni, Il Sinodo tedesco vuole abolire il sacerdozio, in La Nuova Bussola Quotidiana, 4 ottobre 2021.

[3] Robert O. Young CPC, MSc, DSc, PhD, Naturopata intitolato “Scanning & Transmission Electron Microscopy Reveals Graphene Oxide in CoV-19 Vaccines”, disponibile anche in traduzione italiana qui.

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