Letture della messa del giorno
¿Che cosa cerca il gióvane ricco che non ha ancora? La domanda che fà a Gesú ci fà pensare che sia in cerca della vita eterna, della salvezza, della sicurezza riguardo al suo destino último. In realtà conosce l’essenziale della legge di Dio, i dieci comandamenti, che ha sempre osservato.
Questa osservanza, pertanto, è garanzia di salvezza, ma non di vita piena se ci manca la relazione con Gesú. Il sapere alcune cose importanti, e non amare la Fonte di questo sapere, conduce a un’ètica rigorosa priva di giòia. La norma osservata, senza l’amore per Colui che ce l’ha data, porta a cercare il Maestro per soluzioni immediate a costo zero. Invece IL SIGNORE CI INSEGNA CHE NELLA FEDE NON ESISTE IL COSTO ZERO, MA L’AZZERO TUTTO. Non perché Egli vòglia tògliere valore alle realtà terrene e alle ricchezze materiali, ma perché solo chi consídera zero ogni cosa a confronto del suo Amore, in quell’amore sarà saziato, quando tutto ci sarà strappato o tutto dovremo lasciare. Col Salmo lo abbiamo ripetuto piú volte: «Sàziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre». Solo l’amore di Dio riesce a saziare l’ànima.
Doménica scorsa abbiamo parlato dell’amore sponsale come sacramento dell’amore di Cristo per la sua Sposa. Oggi ci è detto che l’amore di Cristo ci raggiunge veramente quando, líberi da ogni attaccamento a beni terreni e materiali, seguiamo il cammino del nostro Maestro. IL MAESTRO GESÚ NON È IL LIBRO DELLE RISPOSTE, MA IL LIBRO DELLA VITA: non vuole infatti èssere cercato solo per ciò che ci interessa, ma desídera che gli andiamo dietro, líberi come Egli era líbero. Tutto questo ci è stato detto dal Vangelo di oggi. In particolare notiamo questo passàggio, dopo la risposta del gióvane sull’osservanza dei comandamenti: «Allora Gesú fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai pòveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Séguimi!”» (Mc 10, v.21). Gesú ama di particolare predilezione chi cerca, chi chiede senza avere già la risposta; ma pone delle condizioni per riempire del suo amore:
- dobbiamo tornare indietro a regolare i conti aperti col nostro passato (“va’!”);
- dobbiamo èssere distaccati dalle cose che possediamo (“vendi quello che hai”);
- dobbiamo condivídere i nostri averi, in modo non assistènzialístico, coi bisognosi (“dàllo ai pòveri”). In questo dare quello che abbiamo non deve mancare la dignità di vívere del pròprio lavoro, e, soprattutto, la dipendenza da Dio. Se il pòvero, infatti, dipende solo dagli uòmini, diventa uno schiavo dominato dai sistemi dei potenti. Se il pòvero dipende da Dio, diventa líbero perché non si làscia comprare.
- Infine, dobbiamo avere il nostro “centro di gravità permanente” nel tesoro incorruttíbile che ci attende in cielo (“e avrai un tesoro in cielo”).
- Il tutto continuando ad ascoltare la voce del Maestro (“vieni”), che invita all’imitazione della sua vita (“e séguimi!).
QUESTE CINQUE CONDIZIONI SONO L’ÚNICA COSA CHE MANCA AL GIÓVANE RICCO. ¿E come scopre di èssere mancante? Solo perché cerca? No. ¿Solo perché è insoddisfatto? Nemmeno. Egli scopre questa sua mancanza di fronte alla Parola Viva che è Gesú e che gli dice Gesú. Essa, come diceva la lèttera agli Ebrei (seconda lettura di oggi): «è viva, efficace e piú tagliente di ogni spada a dòppio tàglio; essa pènetra fino al punto di divisione dell’ànima e dello spírito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4, v.12). COSÍ E SOLO COSÍ, FRATELLI E SORELLE, CI SI SCOPRE MANCANTI: A CONFRONTO CON LA PAROLA DI DIO, A CONFRONTO CON GESÚ, a confronto con l’amore autenticamente pieno. La Parola di Dio che «pènetra fino al punto di divisione dell’ànima e dello spírito» è la sapienza e la vita del Fíglio di Dio che scandàgliano l’èssere per trovare l’amore, perché è solo l’amore che lega il punto di divisione dell’ànima e dello spírito: solo chi ama ha l’ànima immersa nello spírito e lo spírito ospitato dall’ànima.
CHI NON AMA PIENAMENTE, È PERCHÉ HA QUALCOSA CHE NON VUOLE LASCIARE O PÈRDERE: a volte è solo l’orgóglio; altre volte sono le ambizioni; altre ancora sono oggetti, case, denaro, stili di vita disordinati. Per questo Gesú, quando vede il gióvane ricco andàrsene triste perché aveva molti beni, esclama desolato: «Quanto è diffícile, per quelli che possièdono ricchezze, entrare nel regno di Dio!».
Le ricchezze qui prèndono il posto della carità e del senso della nostra vita: òccupano il cuore o gli pòngono òstacoli all’ingresso nel regno di Dio. Pensiamo al potere o all’onore. Chi ha queste ricchezze, non le vuole mollare. Un parlamentare o un síndaco, ad esèmpio, che non hanno saputo governare, ¿perché si ricàndidano secondo voi? ¿Perché tutti dobbiamo avere una seconda possibilità? Non credo. Molte volte è perché il senso della loro vita sono ormai il potere o gli onori.
Un artigiano o un pasticciere che non rivèlano a nessuno il segreto della loro arte, non sempre sono saggî, a volte sono solo ricchi del nome di cui gòdono.
Un gióvane che vive di apparenze, se non ha i vestiti firmati, un certo telefonino e il macchinone fiammante, resterà chiuso in casa piuttosto che farsi vedere in modo indegno agli occhî altrui.
Una religiosa attaccata alle comodità, qualunque scelta dovrà fare nel servízio alla sua famíglia religiosa, non accetterà nessuna rinúncia.
Cosí quei pàrroci attaccati ai soldi, saranno sempre mossi nei loro movimenti e iniziative dal guadagno di banconote anziché dalla salvezza delle ànime. Il Signore ci chiede di tagliare con questo tipo di ricchezze, perché se non le lasciamo, saremo esclusi dal regno di Dio, che è di piú della sémplice salvezza: è condivisione della vita di Cristo. San Pietro, infatti, che segnala al Maestro di avér fatto, con gli altri apòstoli, quello che il gióvane ricco non è riuscito a fare (“Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”); si sente dire da Gesú: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che àbbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figlî o campi per càusa mia e per càusa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figlî e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà» (Mc 10, 29-30).