Dice Gesú:
Il venerdí sia per coloro che vívono la loro crocifissione spirituale nel Purgatòrio cercando Dio e non potèndolo ancora avere.
Tu sai, come Io so, cosa vòglia dire sentirsi separati da Dio[1]. Io so, tu non sai, il giúbilo che rapí in un túrbine di amore i giusti quando lo apparii un lontano venerdí[2] e dissi: “L’attesa è finita. Venite a possedere Iddio”.
Perché ogni venerdí i miei àngeli pòssano dire a molti spíriti purganti questa parola, soffri e offri ogni venerdí. I beati sono le gemme nate dal Sàngue che ho sparso sino all’estrema stilla il venerdí di Parasceve pasquale. Aprire ad un’ànima il Regno e introdurla nella beatitúdine è rèndermi ciò che è mio. Giustízia dunque e amore per Me.
Brano tratto da Maria Valtorta, I Quaderni del 1944, 29.5, CEC, Isola del Liri, p. 394-395.
Note
[1] Per la scrittrice: a partire dal 9 aprile, p. 320ss. Per Gesú: Matteo 27,46; Marco 15,34.
[2] Quello della morte e discesa agli ínferi di Gesú.