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Florinda Romano De Santis e il Volto Santo di Gesú

Florinda Romano De Santis nacque nel 1899 (l’atto di Battesimo riporta la data del 25 gennaio, ma altrove è indicata quella del 17) nel popolare Borgo Sant’Antonio Abate di Napoli, seconda figlia delle quattro nate dalla relazione tra Francesco Romano e Fortuna Dattilo, poi regolarizzata alla morte del marito di lei, affetto da una malattia mentale.

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Messaggî di Gesú sul suo Santo Volto alla veneràbile madre Maria Pia Mastena

Madre Maria Pia Mastena nacque a Bovolone (VR) il 7 dicembre 1881 da una famíglia in cui la devozione al Santo Volto aveva già una tradizione, tradotta in pràtiche religiose símili a quelle del Sacro Cuore di Gesú. La bambina, che allora si chiamava Teresa, iniziò fin d’allora l’esercizio della mortificazione e della contemplazione, tanto da anelare al martirio e a darsi penitenze cruente, per riparare le colpe degli altri e sue che vedeva riflesse nel Volto di Gesú, la cui immàgine pendeva da una parete della sua cameretta.

Oltre a darsi a tutti i cómpiti della carità, senza che alcuno l’avesse spinta o gliene avesse parlato, a dieci anni emise il voto di castità per petua, senza capire, a suo dire, tutta la portata di quella obbligazione. Era appunto il 19 marzo 1891, giorno della sua Prima Comunione. E fu pròprio in quella data e per quell’occasione che nei suoi místici rapimenti le parve di scorgere dinanzi allo sguardo l’immàgine di un volto e di una croce ed in maniera cosí chiara che le si incise profondamente nell’ànima, senza peraltro che capisse il profondo significato di quel segno che le ridava la sagoma ben nota del volto di Gesú.

Sentí créscere nella sua attività di bambina l’anèlito dell’apostolato che, intrapreso già prima quale catechista esercitò in parrocchia, divenne vera e pròpria attività illuminativa tra le coetanee: le compagne di scuola, le amiche, e anche con altri, con particolare riferimento alla riparazione ed adorazione, alla fuga dal peccato e dal disórdine.

A diciannove anni entrò nell’Istituto delle Sorelle della Misericòrdia di Verona dove profuse tesori di carità e di zelo. Trasferita a Miane di Treviso, insegnate comunale, come prima cosa istituí tra le consorelle “La mística catena” con lo scopo di tèndere alla perfezione in riparazione e glorificazione del volto di Gesú.

Madre Pia Mastena era un’ànima mística. Lei stessa scriveva in questo periodo: “Quando mi metto in preghiera e talvolta anche per le strade, quando sto facendo lezione a scuola mentre sto parlando con una persona, d’un tratto, me sento investita da uno spírito che mi pènetra tutta”.

Un giorno Gesú le disse:

Io ti ho ritirata tutta in me, il tuo èssere è tutto perduto in me, come tante volte mi hai chiesto: gli altri ti védono, ma tu, che tratti e parli con essi, non esisti piú perché sono io che vivo ed agisco realmente in te.

Nel 1930, sotto la guida di S.E. Mons. Eugenio Beccegato fondò la Congregazione delle Suore del Santo Volto con lo scopo preciso di glorificare il Volto appassionato di Gesú attraverso un apostolato aderente ai bisogni della società: in parrocchia, nella scuola, tra i malati.

Nel 1924 Gesú dettò “La via Crucis” di cui ci piace sottolineare la VI stazione in cui fa riferimento al Santo Volto di Gesú:

Dammi il tuo cuore, o sposa.. Là bramo vedere scolpita l’immàgine del mio volto sfigurato: impresso in te, riceverà nuova bellezza, nuovo splendore ed il tuo cuore si dilaterà, s’infiammerà, e vorrà solo vedere e contemplare il volto mio, il volto dello sposo divino.

Nel 1926 scrive “Il testamento di Gesú” di cui riportiamo un brano che si riferisce al Santo Volto:

Àbbimi sempre presente nella memòria.. benché lungi dalla terra ove io ti làscio, ti dono il sudario dove impressi il mio volto addolorato, grondante vivo sàngue… sia questo lo spècchio ove ogni ora tu dovrai rimirarti, procura di ricopiare in te le fattezze del tuo sposo.

Suo Maria Pia Mastena voleva stampare il volto di Cristo sul volto di ogni uomo, il vdolto di Cristo, come mezzo per restaurare il volto dell’uomo, l’ardore, di “riparare e ristabilire l’immagine del dolce Gesú nella ànime”, la rendeva incisiva nella sua azione apostòlica, che tutti raggiungeva, ma ance solerte nell’uso dei mezzi di spostolato: tra questi emerge il suo ardito propòsito di stampare migliàia immàgini del Santo Volto della Sindone, da inviare in tutto il mondo, compresa la Rússia, perché nel suo spírito ardeva il messàggio ricevuto da Gesú:

Per il mio santo colto sarà salvo il mondo,

e ancora

L’immàgine del mio Santo Volto attirerà gli sguardi di compiacenza del mio Padre celeste sulle ànime ed egli si piegherà a misericòrdia e perdono.

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Messaggî di Gesú sul suo Santo Volto alla serva di Dio Maria Concetta Pantusa

Accenni biogràfici

La serva di Dio Maria Concetta Pantusa (3 febb 1894 – 27 mar 1953) da fanciulla ebbe non poco a soffrire per il duro trattamento del padre, che la condusse con sé in Brasile dove si recava in cerca di lavoro. Qui Concetta andò sposa al giovane ferroviere Vito De Marco che morí nella guerra del 1915-’18.

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Alexandrina Maria da Costa apòstola dell’Eucaristia

La cooperatrice salesiana e apòstola dell’Eucaristia Alexandrina Maria da Costa (Balazar, 30 marzo 1904 – Balazar, 13 ottobre 1955), beatificata da Giovanni Pàolo II il 25 aprile 2004, rifulge tra i santi «che nell’Eucaristia hanno trovato l’alimento per il loro cammino di perfezione. ¡Quante volte essi hanno versato làcrime di commozione nell’esperienza di cosí  grande mistero ed hanno vissuto indicíbili ore di giòia “sponsale” davanti al Sacramento dell’altare!» (Mane nobiscum 13).

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La “Ora della Desolata” dettata da Maria Santíssima a Maria Valtorta

Per chi non conoscesse questa pia devozione dell’Ora della Desolata, consíglio di iniziare la lettura dall’Introduzione. A premessa vorrei solo aggiúngere che la meditazione (fondata sui nostri pensieri o su quelli presi in prèstito dallo scritto di un autore), costituendo la fase iniziale della preghiera, la fonte da cui quest’última dovrebbe sgorgare, è già preghiera anche quando non è ancora diàlogo diretto con Dio. La pràtica della meditazione ci insegna che pregare è prima di tutto e soprattutto ascoltare. Solo cosí impariamo a chièdere in preghiera ciò che non potrà mai èsserci rifiutato.

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Offerta delle pròprie sofferenze per i purganti

Dice Gesú:

Il venerdí sia per coloro che vívono la loro crocifissione spirituale nel Purgatòrio cercando Dio e non potèndolo ancora avere.

Tu sai, come Io so, cosa vòglia dire sentirsi separati da Dio[1]. Io so, tu non sai, il giúbilo che rapí in un túrbine di amore i giusti quando lo apparii un lontano venerdí[2] e dissi: “L’attesa è finita. Venite a possedere Iddio”.

Perché ogni venerdí i miei àngeli pòssano dire a molti spíriti purganti questa parola, soffri e offri ogni venerdí. I beati sono le gemme nate dal Sàngue che ho sparso sino all’estrema stilla il venerdí di Parasceve pasquale. Aprire ad un’ànima il Regno e introdurla nella beatitúdine è rèndermi ciò che è mio. Giustízia dunque e amore per Me.

Brano tratto da Maria Valtorta, I Quaderni del 1944, 29.5, CEC, Isola del Liri, p. 394-395.


Note

[1] Per la scrittrice: a partire dal 9 aprile, p. 320ss. Per Gesú: Matteo 27,46; Marco 15,34.

[2] Quello della morte e discesa agli ínferi di Gesú.

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Offerta delle pròprie sofferenze per il sacerdòzio

Dice Gesú:

La doménica, il lunedÍ e martedÍ (offri le tue sofferenze) per il Sacerdòzio. Nel Sacerdòzio includo tutti i consacrati di ogni gènere e categoria. ¿Perché tre giorni per loro soli? Perché, per il bisogno che ne hanno, non basterébbero tutti e sette.

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Offerta delle pròprie sofferenze per i peccatori

Dice Gesú:

Il sàbato è il giorno della Mamma, ed Ella ti ha già chiesto di soffrire per i peccatori. Sia dunque ogni tuo sàbato un fàscio di spine che ti serri sul cuore perché s’infiori di rose da offrire a Maria. Ogni peccatore che torna a Dio è una rosa che tu deponi ai piedi della Madre, una rosa con cui Ella si deterge il pianto che le sgorga dal cíglio da quando la feci Madre dell’umàn gènere così a Me nemico.

E per, te? La settimana è finita e il píccolo Giovanni non ha avuto un’ora di libertà per pensare a sé.
A te ci penso lo. Io e la Mamma. E mentre tu fai quello che puoi, come puoi, malamente nonostante il tuo buòn volere, Io e la Mamma facciamo per te, come Noi sappiamo. Se tu logorassi la vista, le labbra, le ginòcchia e il cuore a pregare, a lavorare per te, non ti faresti che uno stràccio di veste rispetto a quella regale che ti tesse Maria e che il tuo Gesú fa di porpora nel suo sàngue; perché ti amiamo e vediamo che ci ami.

Brano tratto da Maria Valtorta, I Quaderni del 1944, 29.5, CEV, Isola del Liri, p. 394-395.

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Introduzione alla passione e morte di Gesú

Dice Gesù:
«Ed ora vieni. Per quanto tu sia questa sera come uno prossimo a spirare, vieni, ché Io ti conduca verso le mie sofferenze. Lungo sarà il cammino che dovremo fare insieme, perché nessun dolore mi fu risparmiato. Non dolore della carne, non della mente, non del cuore, non dello spirito. Tutti li ho assaggiati, di tutti mi sono nutrito, di tutti dissetato, fino a morirne.

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Benevento terra di streghe e di santi

Benevento fu terra di streghe

La leggenda delle streghe si diffuse nel capoluogo sannita durante il regno del Duca longobardo Romualdo negli anni 680-683, quando l’imperatore bizantino Costante teneva in assèdio la città. La saga, antica per tradizione, fu recepita dal pòpolo che, suggestionato, credeva nel suo potere màgico. Romualdo, preoccupato della situazione che peggiorava dràmmaticaménte in città, si consultò con il prete Barbato e questi, di caràttere risoluto, dialogò con Costante che desistette dal suo progetto di conquista, ma pretese che Romualdo e il suo pòpolo si convertíssero al cristianésimo. I longobardi si convertírono. Barbato fu acclamato véscovo di Benevento. Il nuovo Pastore sconfessò ogni forma di superstizione spécie quella degli àlberi ai quali i longobardi appendévano pelli di animali sacrificati, abbattendo l’àlbero sacrílego prescelto come símbolo del culto idolàtrico: il noce.

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Crocifissione e morte di Gesú

Lettura drammatizzata tratta da Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, vol. X, cap. 609, CEV, Isola del Liri, 2000.
Colonna sonora: John Debney, Lisa Gerrard, Rachel Portman, Gingger Shankar, The passion of the Christ.

Per ascoltare la lettura drammatizzata, clicca sul símbolo bianco del play, posto in basso a destra nel riquadro soprastante.

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Gesú: Riflessioni sulla Passione di Gesú e di Maria e sulla con-passione di Giovanni

Dice Gesù[1]:

«Tu lo hai visto quanto costi essere Salvatori. Lo hai visto in Me ed in Maria. Le nostre torture le hai tutte conosciute ed hai visto con che generosità, con che eroismo, con che pazienza, con che mitezza, con che costanza, con che fortezza le abbiamo subite per la carità di salvarvi.

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Come ottenere il perdono di Dio?

La risposta alla domanda Come ottenere il perdono di Dio? ce la offre il capitolo 28 del libro biblico sapienziale del Siracide. L’autore biblico si rivolge ad un popolo che ancora non ha ricevuto il sacramento della riconciliazione, ma la sua risposta è validissima anche per noi cristiani perché ci indica la necessaria disposizione per ricevere il perdono sacramentale. Continua a leggere Come ottenere il perdono di Dio?

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Sui messaggi apparentemente cristiani corredati da presunte promesse divine

Chiunque utilizzi uno smartphone per comunicare tramite sms, Wathsapp o qualsiasi social network ha ricevuto almeno una volta uno di quegli innumerevoli messaggi apparentemente cristiani corredati da presunte promesse divine che circolano in rete. Poiché tali messaggi purtroppo mischiano pericolosamente verità e menzogna, desidero ad essi dedicare una breve riflessione. Continua a leggere Sui messaggi apparentemente cristiani corredati da presunte promesse divine

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L’effetto della benedizione sacerdotale

Gesù parlò dell’effetto della benedizione sacerdotale alla stigmatizzata cattolica tedesca Teresa Neumann (Konnersreuth, 8 aprile 1898 – Konnersreuth, 18 settembre 1962), donna da Lui già scelta per essere testimone vivente del sacramento eucaristico. Teresa, infatti, per 36 anni si cibò unicamente dell’Eucaristia quotidiana. Continua a leggere L’effetto della benedizione sacerdotale

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Gesù e Maria ci offrono una meditazione per il Natale

In preparazione al prossimo Santo Natale vi segnalo due messaggi che la mistica cattolica Maria Valtorta ricevette il 25 dicembre 1946. Nel primo Gesù ci parla della semplicità e nel secondo la Vergine Maria ci insegna cosa è necessario perché in noi viva Cristo come in lei. La lettura ci aiuta a saper ben valutare le intenzioni di fondo che animano le nostre azioni e se stiamo camminando verso la vera luce. Continua a leggere Gesù e Maria ci offrono una meditazione per il Natale

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Lettera di Dio agli sposi

Il progetto originario di Dio sugli sposi è stupendo. Per tutti coloro che hanno ricevuto la chiamata al matrimonio, Dio da tutta l’eternità ha pensato un essere simile, di sesso opposto che fosse “carne della mia carne e osso delle mie ossa” (Gen 2,23)  da  affidarci e al quale affidarci. Ha progettato una comunione di amore che potrebbe essere immagine della Santissima Trinità (cfr. Ef 5, 20-33), la quale è infinito amore reciproco, traboccante di gioiosa fecondità. Ho scritto “potrebbe”, perché il condizionale è d’obbligo visto che Continua a leggere Lettera di Dio agli sposi

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Nuova versione del Padre nostro: un’alterazione delle parole di Gesù?

Come tutti sapranno, la Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) ha sottoposto alla Santa Sede il testo della nuova edizione del Messale Romano per i provvedimenti di competenza, ottenuti i quali andrà in vigore anche la nuova versione del “Padre Nostro” e del “Gloria”.

In particolare, a mutare sarà la formula del Padre nostro “e non indurci in tentazione”, che sarà sostituita da “e non abbandonarci alla tentazione” e nel Gloria si passerà dalla formula “pace in terra agli uomini di buona volontà” a “pace in terra agli uomini amati dal Signore”.

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La devozione al Santo Volto e i suoi frutti

L’apòstola della devozione al Santo Volto, la beata madre Maria Pierina (Giuseppa Maria) De Micheli, religiosa della Congregazione delle figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires, ebbe il privilegio di ricevere dei messaggi da Gesù e dalla Madonna. Da persona diligente e altruista appuntava nel suo diario le sue esperienze mistiche. Sotto la data del 31 maggio 1938 scrisse:

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La grande promessa del Sacro Cuore di Gesù

Breve storia del culto al Sacro Cuore

Il culto al Sacro Cuore di Gesù si può dire che segni il suo inizio il giorno del Venerdì Santo. Gesù, in quel giorno solenne, manifesta il suo Cuore e l'offre come oggetto di culto alle anime buone.

È vero che la Santa Chiesa, nei primi secoli, non ha avuto un culto diretto al Sacro Cuore di Gesù, un culto liturgico, ma essa ha ricordato sempre l'amore infinito del Salvatore che è, poi, l'oggetto principale del culto liturgico, sorto più tardi.

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Ejercisios espirituales por la Pentecostés dictados por Jesús a santa Faustina Kowalska

En vista de la fiesta liturgica de Pentecostés proponemos los ejercisios espirituale de tre dias que Hesús dictó a santa Faustina Kowalska apóstol de la Divina Misericordia, en preparación para el Pentecostés del 5 de junio de 1938. Cuando la santa transcribió bajo la fecha del 2 de junio de 1938 éstos Ejercicios espirituales, se encontraba hospitalizada desde unos seis meses en el sanatorio Pradnik, cerca de Cracovia, para curarse de la tuberculosis. Así lo señaló en su diario: "Bajo la dirección del Maestro, Jesús.  Él Mismo me ordenó hacer estos ejercicios espirituales y Él Mismo estableció los días para hacerlos, es decir tres días antes de la venida del Espíritu Santo y Él Mismo los dirigió ".

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Gesù: è necessario evangelizzare diffondendo i libri cristiani

Nella sua ultima cena, Gesù disse ai suoi apostoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà» (Gv 16,12-15).

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Esercizi spirituali per la Pentecoste dettati da Gesù a santa Faustina Kowalska

In vista della festa liturgica di Pentecoste proponiamo gli esercizi spirituali di tre giorni che Gesù dettò  a santa Faustina Kowalska, l'apostolo della Divina Misericordia, per prepararla alla Pentecoste del 5 giugno 1938. Quando la santa trascrisse sotto la data del 2 giugno 1938 questi esercizi spirituali, si trovava ricoverata già da circa sei mesi presso il sanatorio di Pradnik, vicino a Cracovia, per curarsi dalla tubercolosi.

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DALLA MAGIA A GESÙ. Testimonianza di Franco Antonelli

Il 19 maggio 2018, presso la parrocchia di San Biagio a Montecatone (BO), avrò il piacere di accompagnare il signor Franco Antonelli che, accogliendo l'invito rivoltogli dal GRIS della diocesi di Imola nella persona di don Fabio Arlati, darà la sua prima testimonianza orale pubblica intitolata: "Dalla magia a Gesù".

Avendo scritto la sua biografia ( "Verso il mio splendore. Biografia di Franco Antonelli: un'autentica liberazione dal maleficio"), conosco molto bene Franco Antonelli e la sua timidezza. Questo tratto della sua personalità ha così inciso nel suo carattere da indurlo a tacere la sua vicenda per lunghissimi anni persino con i suoi famigliari. So perciò quanto gli costi esporsi pubblicamente. Mi rallegro, perciò, di questa sua scelta che esprime il lavorio della sua volontà nell'assecondare la grazia divina che lo sprona a vincersi per essere di aiuto a qualcuno.

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Perché 13 milioni di italiani cadono vittima della magia?

Un tempo, nel tracciare l’identikit della persona che cadeva vittima di culti e spiritualità magiche, si tendeva a caratterizzarla come tendenzialmente ignorante o comunque di bassa cultura. Siccome la magia e l’occultismo erano considerate frutto di superstizione ― intesa questa nell’accezione di atteggiamento irrazionale dettato da ignoranza, suggestione o timore, che attribuisce erroneamente a cause occulte o a influenze soprannaturali alcuni avvenimenti, per lo più negativi, che in realtà hanno semplici cause naturali ―, pareva logico pensare che solo i sempliciotti e gli ignoranti vi cadevano. Nulla di più lontano dalla realtà. Basti pensare che è proprio durante l’Illuminismo, la cosiddetta “Età della ragione”,  che «diventa pratica diffusa l’occultismo, e nascono società legate all’esoterismo. Quegli stessi pensatori che di giorno predicavano la razionalità, di sera si dedicavano a pratiche oscure»[1]. In Italia sono circa 13 milioni i cittadini italiani che ogni anno almeno una volta si rivolgono a maghi, astrologi, cartomanti e veggenti[2].

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Nessuna creatura che appartiene a Dio andrà perduta ma vivrà in eterno

Il 18 marzo 2018 la veggente Mirjana ha reso pubblico il presunto messaggio della Vergine Maria dai lei ricevuto. In esso vi è una frase che per alcuni è sembrata scorretta. È la seguente:  “Sappiate che nessuna creatura che appartiene a Dio andrà perduta ma vivrà in eterno”. In realtà è una frase corretta e ben lo sanno tutti coloro che, ricordandosi cosa Gesù disse nell’ultima cena, sanno anche cosa significhi appartenere a Dio, e cioè: “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando” (Giovanni 15,14).

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L’Ora santa di Gesù: IV. “Se rimanete in Me e rimane in voi la mia Dottrina, vi sarà dato quel che chiedete”

«“Se rimanete in Me e rimane in voi la mia Dottrina, vi sarà dato quel che chiedete”[1].

Io scendo in voi e mi faccio cibo vostro. Ma, come Centro che Io sono, a Me vi aspiro. “Voi vi nutrite di Me, ma con più ragione Io mi nutro di voi. Le due fami sono insaziabili e continue. La vite nutre i suoi polloni. Ma sono i polloni che fanno la vite. L’acqua nutre i mari, ma sono i mari che nutrono l’acqua, risalendo in evaporazione per scendere di nuovo. Perciò voi dovete rimanere in Me come Io in voi. Divisi, non Io, ma voi morreste.

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L’Ora santa di Gesù: III. “Amatevi l’un l’altro come Io vi ho amato”

«“Amatevi l’un l’altro come Io vi ho amato”[1].

Dalla cuna alla croce. Da Betlem al monte Oliveto, vi ho amati.
Il freddo e la miseria della prima mia notte nel mondo non mi ha impedito di amarvi collo spirito mio e, annichilendo Me stesso sino a non poter dirvi, Io Verbo: “Vi amo”, vi ho detto quelle parole con lo spirito mio, inscindibile da quello del Padre e con Esso operante in una attività inesausta.

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L’Ora santa di Gesù: II. “Uno di voi mi tra dirà”

« “Uno di voi mi tradirà”[1].

Uno di voi! Sì, nella proporzione di uno a dodici, uno di voi mi tradisce.
Ogni tradimento è più penoso di una lanciata. Guardate l’Umanità del vostro Redentore. Dalla testa ai piedi è tutta una ferita. La flagellazione fa inorridire chi la medita e agonizzare chi la prova. Ma fu strazio di un’ora. Voi che mi tradite mi flagellate il Cuore. Sono secoli che lo fate.

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DIO PADRE: “VORRESTE SOLO PAROLE DI MISERICORDIA”

Se il titolo del presente articolo per molti risulterà tagliente, aspettate di leggere l’articolo, che lo è ancor di più. Ma attenti: è sì tagliente, ma solo come lo è il bisturi, che il chirurgo utilizza per asportare il tumore. Il chirurgo qui è Dio Padre. Le sue parole di fuoco furono consegnate alla mistica cattolica Maria Valtorta della cui opera il beato Gabriele Maria Allegra, esegeta biblico, disse: “… capolavoro della letteratura religiosa italiana e forse dovrei dire della letteratura cristiana mondiale”.

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PERCHÉ VISITARE GESÙ NEL TABERNACOLO?

«Gli uomini programmano la loro giornata, la settimana, il semestre, le vacanze, ecc. ecc. Sanno in quale giorno riposeranno, in che giorno andranno al cinema o a una festa, a visitare la nonna o i nipoti, i figli, gli amici, quando andranno a divertirsi. Ma quante famiglie dicono almeno una volta al mese: “Questo è il giorno in cui dobbiamo andare a visitare Gesù nel tabernacolo” e tutta la famiglia viene a conversare con me, a sedersi di fronte a me e a parlarmi, raccontandomi ciò che è accaduto negli ultimi giorni, i problemi, le difficoltà e chiedendomi ciò di cui hanno bisogno. Farmi partecipe delle loro faccende. Quante volte? Io so tutto, leggo anche nel più profondo dei vostri cuori e delle vostre menti, però mi piace che siate voi a raccontarmi le vostre cose, che me ne facciate partecipe come con uno della famiglia, come con l’amico più intimo. Quante grazie perde l’uomo perché non mi dà un posto nella sua vita».

( Tratto da “ Per riscoprire la Santa Messa” distribuito da Himmel Associazione).

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FERMATI! PERCHÈ CORRI? NON SAI CHE IL CIELO È IN TE?

Ferma la frenesia e l’agitazione!  prenditi tempo ed ascolta: non c’è azione più fruttuosa di quella abbandonata all’Onnipotenza di Dio. Le seguenti parole consegnate da Gesù a don Dolindo Ruotolo, contenute nell’opuscolo “Sulla fiducia in Dio”,  ti indicheranno il segreto per ritrovare la pace:

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APPRENDISTI DELL’AMORE: TE VERAMENTE FELICE

Ritroviamo il meraviglioso stupore dell’incontro con Dio. Il cammino dell’Avvento appena iniziato riapre i nostri occhi assopiti sulla gratuità dell’amore di Dio. Quale dono più grande della Santa Messa in cui la Trinità chiede ospitalità nei nostri poveri cuori? L’abitudine, l’incoscienza rischia di disperdere il tesoro che ci è affidato, lasciamoci accompagnare dalle parole della mistica cattolica Catalina Rivas che ci racconta una sua personale esperienza nella quale la Madonna le ha insegnato il vero significato della Santa Messa e il giusto modo di partecipare ad essa. Continua a leggere APPRENDISTI DELL’AMORE: TE VERAMENTE FELICE

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L’arte del soffrire

Siamo felici di presentare il nuovo video integrale di Flaviano Patrizi: “L’arte del soffrire”. L’autore, ben lungi da volere fare un inno al masochismo, affronta il problema della sofferenza inevitabile raccontando una squarcio della propria vita e di quella di suo padre, malato di SLA. È una testimonianza molto commovente. Sarà utili a tutti: non solo a coloro che, non cristiani, sono influenzati da quella parte della cultura che erroneamente considera l’accettazione della sofferenza (la croce) “una stoltezza” (cfr. 1Cor 17,23), ma anche a tanti cristiani che indotti da una pseudo spiritualità del comfort  rifiutano  le sofferenze della vita e dimenticano che Gesù disse:

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Le promesse di Gesù agli adoratori del Santissimo Sacramento

Dagli scritti di Catalina Rivas:

Gesù mi disse:
“Io prometto all’Anima che, con frequenza, viene a visitarMi in questo Sacramento dell’Amore, di riceverla amorevolmente, insieme a tutti i Beati e agli Angeli del Cielo; che ogni sua visita sarà scritta nel Libro della sua Vita e le concederò:

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