Pubblicato il Lascia un commento

Il papa ha ragione: “Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio”

Si è fatto un gran parlare dell’espressione di papa Francesco: “Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio”, pronunciata in un suo discorso rivolto a un gruppo interreligioso di gióvani a Singapore, il 13 settembre 2024. Molti hanno mosso crítiche a papa Francesco affermando che le sue parole sono contràrie all’unicità salvífica di Cristo e al mandato di evangelizzare e battezzare il mondo intero.

Introduzione

L’affermazione del papa, seppúr problemàtica ― in quanto suscettíbile nella sua laconicità di interpretazioni eterodosse ―, è téologicaménte sosteníbile e in línea con alcuni documenti della Chiesa. Il Pontifício Consíglio per il Diàlogo ínterreligióso scriveva, per esémpio, nel 1991:

«è attraverso la pràtica di ciò che è buono nelle loro pròprie tradizioni religiose e seguendo i dettami della loro coscienza, che i membri delle altre religioni rispóndono pósitivaménte all’invito di Dio e ricévono la salvezza in Gesú Cristo, anche se non lo riconóscono come il loro Salvatore»[1].

A molti farà stòrcere il naso quanto ho appena citato, ma questa era la tendenza teològica sotto il pontificato di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI[2].

Oltre questo documento, ce ne sono degli altri che sostèngono il pensiero del nostro pontéfice, riuscendo per di piú a salvaguardare con magistrale sagàcia sia il caràttere soteriològico delle religioni, sia la necessità dell’annúncio evangélico a tutti gli uòmini. Mi riferisco a quattro brani tratti dalle òpere della mística cattòlica Maria Valtorta, alla quale sanno attíngere con profitto tutti coloro che l’hanno studiata. I primi due brani sono tratti dall’òpera maggiore “L’Evangelo come mi è stato rivelato” e l’insegnamento è all’interno di un diàlogo. I secondi due brani sono tratti da un’òpera minore della Valtorta, “Lezioni sull’Epístola di Pàolo ai Romani” e sono un commento a tre versetti della léttera di Pàolo che ci òffrono il fondamento bíblico néotestamentàrio dell’affermazione del pontéfice.

Vista la grande confusione in cui tanti cattòlici si tròvano, li riporterò integralmente qui sotto nel tentativo di evitare a tanti di cadere nell’errore di affermare ― con la pretesa di dare magari glòria a Dio ― il contràrio di quanto ha detto papa Francesco, e cioè che “le religioni non sono un cammino per arrivare a Dio”. Se una tale visione si diffondesse, infatti, ci troveremmo di fronte alla deriva del pensiero cattòlico. La prima conseguenza di un tale visione sarebbe infatti il conclúdere che un grande número di nostri fratelli e sorelle venga destinato da Dio fin dalla nàscita alla dannazione eterna solo per èssere stato da Lui fatto nàscere da genitori non cristiani e in un contesto culturale e religioso distante dal cristianésimo da impedirgli di riconóscere Cristo come suo Salvatore. Sarebbe questa l’accusa piú infamante che si potrebbe fare al Dio infinítaménte Giusto e infinítaménte Misericordioso.

Ecco i testi da lèggere con attenzione e meditare.

Discorso di Gesú agli apòstoli

I primi due brani di Maria Valtorta sono tratti da un racconto ambientato in Terra Santa, verso il 30 d.C.. Siamo nel contesto di un diàlogo tra gli apòstoli e Gesú. Gesú afferma qui la bontà delle religioni:

«Ricordate sempre, e dítelo ai vostri successori, perché questa verità sia conosciuta nei sècoli. È meno pauroso il cadere di un pianeta che il cadere della religione. Se il cielo rimanesse spopolato d’astri e pianeti non sarebbe per i pòpoli sventura uguale a quella di rimanere senza una reale religione. Dio sopperirebbe con provvida potenza ai bisogni umani, perché tutto può Dio per coloro che sulla via sapiente, o sulla via che la loro ignoranza conosce, cercano, amano la Divinità con spírito retto. Ma se venisse un giorno in cui gli uòmini non amàssero piú Dio, perché i sacerdoti di ogni religione avéssero fatto di essa unicamente una vuota pantomima, non credendo essi per primi alla religione, ¡guai alla Terra! Ora, se cosí dico anche per quelle religioni che sono impure, alcune venute per rivelazioni parziali ad un sàggio, altre dal bisogno istintivo dell’uomo di crearsi una fede per dare pàscolo all’ànima di amare un dio ― essendo questo bisogno lo stímolo più forte dell’uomo, lo stato permanente di ricerca di Colui che è voluto dallo spírito anche se l’intelletto superbo nega osséquio a qualsíasi dio, anche se l’uomo, ignorando l’ànima, non sa dare nome a questo bisogno che, entro lui sià àgita ―, che dovrò dire per questa che Io vi ho data […]»[3].

Nel brano sottostante Gesú fa comprèndere come la sua perfetta giustízia opererà nel giudízio delle azioni dei cristiani e dei pagani.

«Quando in un tàlamo si cómpie un concepimento, esso si forma con lo stesso atto, sia che avvenga su un talamo d’oro o sullo strame di una stalla. E la creatura che si forma nel seno regale non è diversa da quella che si forma nel seno di una mèndica. Il concepire, il formare un nuovo èssere, è uguale in tutti i punti della Terra quale che sia la loro religione. Tutte le creature nàscono come nàcquero Abele e Caino dal seno di Eva. E all’uguaglianza del concepimento, formazione e modo di nàscere dei figli di un uomo e di una donna sulla Terra, corrisponde un’altra uguaglianza in Cielo: la creazione di un’ànima da infóndere nell’embrione perché esso sia di uomo e non di animale e lo accompagni dal momento che è creata alla morte, e gli sopravviva in attesa della risurrezione universale per ricongiúngersi, allora, al corpo risorto ed avere con esso il prèmio o il castigo. Il prèmio o il castigo secondo le azioni fatte nella vita terrena. Perché non vi pensate che la Carità sia ingiusta, e solo perché molti non saranno di Israele o di Cristo, pur essendo virtuosi nella religione che séguono convinti di èssere la vera, abbiano a rimanere in eterno senza prèmio. Dopo la fine del mondo non sopravvivrà altra virtù che la carità, ossia l’unione col Creatore di tutte le creature che víssero con giustízia. Non ci saranno tanti Cieli, uno per Israele, uno per i cristiani, uno per i cattòlici, uno per i gentili, uno per i pagani. Non ci saranno, ma vi sarà un solo Cielo. E così vi sarà un solo prèmio: Dio, il Creatore che si ricongiunge ai suoi creati vissuti in giustízia, nei quali, per la bellezza degli spíriti e dei corpi dei santi, ammirerà Se stesso con giòia di Padre e di Dio. Vi sarà un sol Signore. Non un Signore per Israele, uno per il Cattolicésimo, uno per le altre síngole religioni.

Ora vi rivelo una grande verità. Ricordàtevela. Trasmettétela ai vostri successori. Non attendete sempre che lo Spírito Santo rischiari le verità dopo anni o sècoli di oscurità. Udite. Voi forse direte: “¿Ma allora che giustízia c’è ad èssere della religione santa, se saremo alla fine del mondo ugualmente trattati, come lo saranno i gentili?”. Vi rispondo: la stessa giustízia che c’è, ed è vera giustízia, per coloro che, pur essendo della religione santa, non saranno beati perché non saranno vissuti da santi. Un pagano virtuoso, soltanto perché visse con virtù eletta, convinto che la sua religione era buona, avrà alla fine il Cielo. ¿Ma quando? Alla fine del mondo, quando delle quattro dimore dei trapassati due sole sussisteranno ossia il Paradiso e l’Inferno. Perché la Giustízia, in quel momento, non potrà che conservare e dare i due regni eterni a chi dall’albero del libero arbítrio scelse i frutti buoni o volle i frutti malvagî. ¡Ma quanta attesa prima che un pagano virtuoso giunga a quel prèmio!… ¿Non ve lo pensate? E questa attesa ― spécie dal momento in cui la Redenzione con tutti i suoi conseguenti prodigî si sarà verificata e l’Evangelo sarà predicato nel mondo ― sarà la purgazione delle ànime che víssero da giuste in altre religioni ma non potérono entrare nella Fede vera dopo averla conosciuta come esistente e di provata realtà. Ad essi il Limbo per i sécoli e sécoli sino alla fine del mondo. Ai credenti nel Dio vero, che non séppero èssere eroicamente santi, il lungo Purgatòrio; e per alcuni potrà avere tèrmine alla fine del mondo. Ma dopo l’espiazione e l’attesa, i buoni, quale che sia la loro provenienza, saranno tutti alla destra di Dio; i malvagî, quale che sia la loro provenienza, alla sinistra e poi nell’Inferno orrendo mentre il Salvatore entrerà con i buoni nel Regno eterno.

“Signore, perdona se non ti capisco. Ciò che dici è molto diffícile… almeno per me… Tu dici sempre che sei il Salvatore e redimerai quelli che crédono in Te. ¿E allora quelli che non crédono, o perché non ti hanno conosciuto essendo vissuti prima, oppure perché ― ¡è tanto grande il mondo! ― non hanno avuto notízia di Te, come pòssono èssere salvati?” chiede Bartolomeo.

“Te l’ho detto: per la loro vita di giusti, per le loro òpere buone, per la loro fede che essi crédono vera”.

“Ma non sono ricorsi al Salvatore…”.

“Ma il Salvatore per essi, anche per essi, soffrirà.[…] Perfetto il sacrifício e perfetto il mèrito. E usàbile secondo la santa volontà della víttima alla quale il Padre dice: “¡Sia come tu vuoi!” perché essa lo ha amato senza misura ed ha amato il pròssimo senza misura”»[4].

Commento a Rm 2,9-12

I pròssimi due brani sono un commento ai seguenti versetti bíblici:

«Tribolazione e angòscia su ogni uomo che òpera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco; glòria invece, onore e pace per chi òpera il bene, per il Giudeo, prima, come per il Greco: Dio infatti non fa preferenza di persone» (Rm 2,9-11).

«La tribolazione e l’angòscia della vita non sono che un mínimo sàggio della tribolazione o angòscia dell’oltre vita. Poiché l’inferno, la dannazione, sono orrori che anche l’esatta descrizione di essi, data da Dio stesso, è sempre inferiore a ciò che essi sono.

Voi non potete, neppure per descrizione divina, concepire esattamente cosa è la dannazione, cosa è l’inferno. Così come visione e lezione divina di ciò che è Dio ancór non può darvi la giòia infinita della esatta conoscenza dell’eterno giorno dei giusti nel Paradiso, così altrettanto né visione né lezione divina sull’Inferno può darvi un sàggio su quell’orrore infinito. Per la conoscenza dell’èstasi paradisíaca e per l’angòscia infernale, a voi viventi sono messi confini. Perché se conosceste tutto quale è, morireste d’amore o di orrore. E castigo e prèmio saranno dati con giusta misura al giudeo come al greco, ossia al credente nel Dio vero come a colui che è cristiano ma fuor dal tronco dell’eterna Vite, come all’erètico, come a colui che ségua altre religioni rivelate o la sua pròpria, se è creatura alla quale è ignota ogni religione. Prèmio a chi sègue giustízia. Castigo a chi fa male.

Perché ogni uomo è dotato di ànima e di ragione e per questo ha in sé quanto basta ad èssergli guida e legge. E Dio nella sua giustízia premierà e castigherà a seconda che lo spírito seppe, più severamente perciò più lo spírito e la ragione sono di èssere civile e a contatto di sacerdoti o ministri cristiani, di religioni rivelate, e a seconda della fede dello spírito. Perché se uno, anche di chiesa scismàtica oppure separata, crede fermamente di èssere nella giusta fede, la sua fede lo giustífica, e se òpera il bene per conseguire Dio, Bene supremo, avrà, un giorno, il prèmio della sua fede e del suo retto operare, con maggiór benignità divina di quella concessa ai cattòlici.

Perché Dio calcolerà quanto più sforzo dovéttero fare i separati dal Corpo místico, i maomettani, bramínici, buddisti, pagani, per èssere dei giusti, essi nei quali la Gràzia, la Vita, non sono, e con esse i miei doni e le virtù che da essi doni scaturíscono. Non vi è accettazione[5] di persone davanti a Dio. Egli giudicherà per le azioni compiute, non per le orígini umane degli uòmini.

E molti saranno che, credèndosi eletti perché cattòlici, si vedranno preceduti da molti altri che servirono il Dio vero, a loro ignoto, seguendo la giustízia»[6]

«Tutti quelli che hanno peccato senza la Legge, senza la Legge periranno; quelli invece che hanno peccato sotto la Legge, con la Legge saranno giudicati» (Rm 2,12).

«La grande misericòrdia di Dio risplende ancór più lúminosaménte infinita nelle parole di Pàolo che, ispirato, proclama come únicamente coloro che non riconóscono nessuna legge ― né naturale, né sóprannaturàle, né ra-gionevole ― periranno, mentre quelli che hanno conosciuta la Legge e non l’hanno praticata, dalla stessa Legge, che salva, saranno condannati; e ancora: che i Gentili, che non hanno la Legge, ma naturalmente e ràgionevol-ménte fanno ciò che la Legge a loro sconosciuta prescrive ― dàndosi, per il solo lume di ragione: rettezza di cuore, ubbidienza alle voci dello Spírito (sconosciuto ma presente, único maestro al loro spírito di buona volontà), ubbidienza a quelle ispirazioni che essi séguono perché la loro virtù le ama, e non sanno di servire ínconsapevolménte Dio ― che questi Gentili, che mostrano con le loro azioni che la Legge è scritta nel loro cuore virtuoso, nel giorno del Giudízio saranno giustificati.

Osserviamo queste tre grandi categorie, nel giudízio divino delle quali risplèndono misericòrdia e giustízia perfette.

Coloro che non riconóscono nessuna legge né naturale, né umana ― e perciò ragionévole ―, né sovrumana. ¿Chi sono? ¿I selvaggî? No. Sono i luciferi della Terra. E il loro número cresce sempre piú col passare dei tempi, nono-stante che civiltà, diffusione del Vangelo e predicazione inesausta di esso, dovrébbero far sempre più esíguo il loro número. Ma pace, ma giustízia, ma luce, sono promesse agli uòmini di buona volontà. Ed essi sono di mala volontà. Sono i ribelli ad ogni legge, anche a quella naturale. Perciò inferiori ai bruti. Rinnégano vólontariaménte la loro natura di uomo: èssere ragionévole dotato di mente e di ànima. Fanno cose contro natura e contro ragione. Non merítano più che di perire di fra il número degli uòmini che son creati a immàgine e somiglianza di Dio, e periranno da come uòmini per prèndere la loro voluta natura di demonî.

Seconda categoria: gli ipocriti, i falsi, coloro che irrídono Dio, avendo la Legge, ma avèndola solo, non praticàndola. ¿E può allora dirsi di averla veramente e trarne beneficî? Símili a coloro che possièdono un tesoro ma lo làsciano inoperoso e incustodito, essi non ne tràggono frutti di vita eterna, ma gàudi immediati per il loro morire, e Dio li condannerà perché ébbero il dono di Dio e non ne usàrono con riconoscenza al Donatore, che li aveva messi nella parte eletta dell’Umanità: in quella del Pòpolo suo, perché segnato dal segno cristiano.
Terza categoria: i Gentili. Al tempo d’oggi diamo tale qualífica a quelli che non sono cristiano cattòlici. Chiamiàmoli così, mentre meditiamo le parole di Pàolo. Essi, che non avendo la Legge fanno naturalmente ciò che la Legge impone ― e son legge a se stessi, mostrando così come il loro spírito ami la virtù e tenda al Bene supremo ― essi, quando Dio giudicherà per mezzo del Salvatore le azioni segrete degli uòmini, saranno giustificati. Sono molti, costoro. Un número grande. E sarà la folla immensa… di ogni nazione, tribú, pòpolo, linguàggio, sulla quale, nell’último giorno, per i mèriti infiniti del Cristo immolato sino all’estrema stilla di sàngue e di umore, verrà impresso il sigillo del Dio vivo a salvezza e prèmio prima dell’estremo inappellàbile giudízio. La loro virtù e la loro spontànea ubbidienza alla legge di virtù li avrà battezzati senza altro battésimo, consacrati senza altro crisma che i mèriti infiniti del Salvatore. Il Limbo non sarà più dimora dei giusti. Così come la sera del Venerdì Santo esso si svuotò dei suoi giusti, perché il Sàngue versato dal Redentore li aveva detersi dalla màcchia d’orígine, così alla sera del Tempo i mèriti del Cristo trionfante su ogni nemico li assolverà dal non èssere stati del suo gregge per ferma fede di èssere nella religione giusta, e li premierà della virtù esercitata in vita. E se così non fosse, Dio farebbe frode a questi giusti che si déttero legge di giustízia e difésero la giustízia e la virtú. E Dio non defràuda mai. Lungo talora a cómpiersi[7], ma sempre certo il suo prèmio»[8].


Note

[1] Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e Congregazione per L’evangelizzazione dei Popoli, Istr. Dialogo e Annuncio. Riflessioni e orientamenti sul dialogo interreligioso e l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, 19.5.1991, n.29.

[2] Per il corretto inquadramento della questione oggetto per presente mio artícolo, oltre al documento su citato rimando ai seguenti documenti: PONTIFICIA COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, I cristiani e le religioni, 1997; CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Dominus Jesus, 2000.

[3] MARIA VALTORTA, L’evangelo come mi è stato rivelato, vol. X, CEV, Isola del Liri, 1996, p. 191.

[4] MARIA VALTORTA, L’evangelo come mi è stato rivelato, Vol. VII, CEV, Isola del Liri, 2001, 78-81.

[5] Locuzione di origine biblica (corrispondente al gr. προσωποληψία nei Settanta, nella Vulgata acceptio personae), comune nel linguaggio ecclesiale per indicare un giudizio dato non secondo ragioni di ordine morale, ma per motivi soggettivi, d’interesse o simpatia, per cui si preferisce ingiustamente una persona a un’altra.

[6] MARIA VALTORTA, Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani, CEV, Isola del Liri, 1996, p. 60.

[7] Si fa riferimento al purgatorio e al limbo temporaneo.

[8] Ivi, pp 60-62.

Pubblicato il Lascia un commento

Natività della Beata Vérgine Maria

Dice Gesú1:
«Ho ardente desidèrio di portarti con Me nell’azzurro paradisíaco della contemplazione della Verginità di Maria. Ne uscirai con l’ànima fresca come fossi tu pure testé creata dal Padre, una píccola Eva che ancora non conosce carne. Ne uscirai con lo spírito pieno di luce, perché ti tufferai nella contemplazione del capolavoro di Dio. Ne uscirai con tutto il tuo èssere sàturo d’amore, perché avrai compreso come sàppia amare Dio. Parlare del concepimento di Maria, la Senza Màcchia, vuol dire tuffarsi nell’azzurro, nella luce, nell’amore.
Vieni e leggi le glòrie di Lei nel Libro dell’Avo2:

“Dio mi possedette all’inízio delle sue òpere, fin dal princípio, avanti la creazione. Ab aeterno fui stabilita, al princípio, avanti che fosse fatta la terra, non èrano ancora gli abissi ed io ero già concepita. Non ancora le sorgenti dell’acque rígurgitàvano ed i monti s’èrano eretti nella loro grave mole, né le colline èran monili al sole, che io ero partorita. Dio non aveva ancora fatto la terra, i fiumi e i càrdini del mondo, ed io ero. Quando preparava i cieli io ero presente, quando con legge immutàbile chiuse sotto la volta l’abisso, quando rese stàbile in alto la volta celeste e vi sospese le fonti delle acque, quando fissava al mare i suoi confini e dava leggi alle acque, quando dava legge alle acque di non passare il loro tèrmine, quando gettava i fondamenti della terra, io ero con Lui a ordinare tutte le cose. Sempre nella giòia scherzavo dinanzi a Lui continuamente, scherzavo nell’universo…”.

Le avete applicate alla Sapienza, ma pàrlan di Lei: la bella Madre, la santa Madre, la vérgine Madre della Sapienza che Io sono che ti parlo. Ho voluto che tu scrivessi il primo verso di questo inno in capo al libro che parla di Lei, perché fosse confessata e nota la consolazione e la giòia di Dio; la ragione della sua costante, perfetta, íntima letízia di questo Dio uno e trino, che vi regge e ama e che dall’uomo ebbe tante ragioni di tristezza; la ragione per cui perpetuò la razza anche quando, alla prima prova3, s’era meritata d’èsser distrutta; la ragione del perdono che avete avuto.
Avér Maria che lo amasse. Oh! ¡ben meritava creare l’uomo, e lasciarlo vívere, e decretare di perdonarlo, per avere la Vérgine bella, la Vérgine santa, la Vérgine immacolata, la Vérgine innamorata, la Fíglia diletta, la Madre puríssima, la Sposa amorosa! Tanto e più ancora vi ha dato e vi avrebbe dato Iddio pur di possedere la Creatura delle sue delízie, il Sole del suo sole, il Fiore del suo giardino. E tanto vi contínua a dare per Lei, a richiesta di Lei, per la giòia di Lei, perché la sua giòia si riversa nella giòia di Dio e l’aumenta a bagliori che émpiono di sfavillii la luce, la gran luce del Paradiso, ed ogni sfavillìo è una gràzia all’universo, alla razza dell’uomo, ai beati stessi, che rispóndono con un loro sfavillante grido di allelúia ad ogni generazione di miràcolo divino, creato dal desidèrio del Dio trino di vedere lo sfavillante riso di giòia della Vérgine.

Dio volle méttere un re nell’universo che Egli aveva creato dal nulla. Un re che, per natura della matèria, fosse il primo tra tutte le creature create con matèria e dotate di matèria. Un re che, per natura dello spírito, fosse poco men che divino, fuso alla Gràzia come era nella sua innocente prima giornata. Ma la Mente suprema, a cui sono noti tutti gli avvenimenti più lontani nei sècoli, la cui vista vede íncessanteménte tutto quanto era, è, e sarà; e che, mentre contempla il passato e osserva il presente, ecco che sprofonda lo sguardo nell’último futuro e non ignora come sarà il morire dell’último uomo, senza confusione né discontinuità, non ha mai ignorato che il re da Lui creato per èsser semidivino al suo fianco in Cielo, erede del Padre, giunto adulto al suo Regno dopo aver vissuto nella casa della madre ― la terra con cui fu fatto ― durante la sua puerízia di pàrgolo dell’Eterno per la sua giornata sulla terra, avrebbe commesso verso se stesso il delitto di uccídersi nella Gràzia e il ladrocínio di derubarsi del Cielo.
¿Perché allora lo ha creato? Certo molti se lo chiédono. ¿Avreste preferito non èssere? ¿Non mèrita, anche per se stessa, pur cosí pòvera e ignuda, e fatta aspra dalla vostra cattivèria, di èsser vissuta, questa giornata, per conóscere e ammirare l’infinito Bello che la mano di Dio ha seminato nell’universo?
¿Per chi avrebbe fatto questi astri e pianeti che scórrono come saette e frecce, rigando l’arco del firmamento, o vanno, e pàiono lenti, vanno maestosi nella loro corsa di bòlidi, regalàndovi luci e stagioni e dàndovi, eterni, immutàbili e pur mutàbili sempre, una nuova pàgina da lèggere sull’azzurro, ogni sera, ogni mese, ogni anno, quasi voléssero dirvi: “Dimenticate la càrcere, lasciate le vostre stampe piene di cose oscure, putride, sporche, velenose, bugiarde, bestemmiatrici, corruttrici, e elevàtevi, almeno con lo sguardo, nella illimitata libertà dei firmamenti, fàtevi un’ànima azzurra guardando tanto sereno, fàtevi una riserva di luce da portare nella vostra càrcere búia, leggete la parola che noi scriviamo cantando il nostro coro siderale, più armonioso di quello tratto da órgano di cattedrale, la parola che noi scriviamo splendendo, la parola che noi scriviamo amando, poiché sempre abbiamo presente Colui che ci dette la giòia d’èssere, e lo amiamo per averci dato questo èssere, questo splèndere, questo scórrere, questo èsser líberi e belli in mezzo a questo azzurro soave oltre il quale vediamo un azzurro ancór più sublime, il Paradiso, e del quale compiamo la seconda parte del precetto d’amore amando voi, pròssimo nostro universale, amàndovi col darvi guida e luce, calore e bellezza. Leggete la parola che noi diciamo, ed è quella su cui regoliamo il nostro canto, il nostro splèndere, il nostro ridere: Dio”?
¿Per chi avrebbe fatto quel líquido azzurro, spècchio al cielo, via alla terra, sorriso d’acque, voce di onde, parola anch’essa che con fruscii di seta smossa, con risatelle di fanciulle serene, con sospiri di vecchî che ricòrdano e piàngono, con schiaffi di violento, e cozzi, e muggiti e boati, sempre parla e dice: “Dio “? Il mare è per voi, come lo sono il cielo e gli astri. E col mare i laghi e i fiumi, gli stagni e i ruscelli, e le sorgenti pure, che servono tutti a portarvi, a nutrirvi, a dissetarvi e mondarvi, e che vi sèrvono, servendo il Creatore, senza uscire a sommèrgervi come meritate.
¿Per chi avrebbe fatto tutte le innumeràbili famíglie degli animali, che sono fiori che vólano cantando, che sono servi che córrono, che lavórano, che nútrono, che ricrèano voi: i re?
¿Per chi avrebbe fatto tutte le ínnumeràbili famíglie delle piante e dei fiori che pàiono farfalle, che pàiono gemme e immoti uccellini, dei frutti che paiono monili o scrigni di gemme, che son tappeto ai vostri piedi, riparo alle vostre teste, svago, utile, gioia alla mente, alle membra, alla vista e all’olfatto?
¿Per chi avrebbe fatto i minerali fra le víscere del suolo e i sali disciolti in àlgide o bollenti sorgive, gli zolfi, gli iodi, i bromi, se non perché li godesse uno che non fosse Dio ma fíglio di Dio? Uno: l’uomo.
Alla giòia di Dio, al bisogno di Dio nulla occorreva. Egli si basta a Se stesso. Non ha che contemplarsi per bearsi, nutrirsi, vívere e riposarsi. Tutto il creato non ha aumentato di un àtomo la sua infinità in giòia, bellezza, vita, potenza. Ma tutto l’ha fatto per la creatura che ha voluto méttere re nell’òpera da Lui fatta: l’uomo.
Per vedere tant’òpera di Dio e per riconoscenza alla sua potenza che ve la dona, mèrita di vívere. E di èsser viventi dovete èsser grati. L’avreste dovuto anche se non foste stati redenti altro che alla fine dei sècoli, perché, nonostante siate stati nei Primi, e lo siate tuttora singolarmente, prevaricatori, superbi, lussuriosi, omicidî, Dio vi concede ancora di godere del bello dell’universo, del buono dell’universo, e vi tratta come foste dei buoni, dei figlî buoni a cui tutto è insegnato e concesso per rèndere loro più dolce e sana la vita. Quanto sapete, lo sapete per lume di Dio. Quanto scoprite, lo scoprite per indicazione di Dio. Nel Bene. Le altre cognizioni e scoperte, che pòrtano segno di male, vèngono dal Male supremo: Sàtana.

La Mente suprema ― che nulla ignora ―, prima che l’uomo fosse, sapeva che l’uomo sarebbe stato di se stesso ladro e omicida. E poiché la Bontà eterna non ha límiti nel suo èsser buona, prima che la Colpa fosse, pensò il mezzo per annullare la Colpa. Il mezzo: Io. Lo strumento per fare del mezzo uno strumento operante: Maria. E la Vergine fu creata nel Pensiero sublime di Dio.
Tutte le cose sono state create per Me, Fíglio diletto del Padre. Io-Re avrei dovuto avere sotto il mio piede di Re divino tappeti e gioielli quale nessuna règgia ne ebbe, e canti e voci, e servi e ministri intorno al mio èssere quanti nessún sovrano ne ebbe, e fiori e gemme, tutto il sublime, il grandioso, il gentile, il minuto è possibile trarre dal Pensiero di un Dio.
Ma Io dovevo èsser Carne oltre che Spírito. Carne per salvare la carne. Carne per sublimare la carne, portàndola in Cielo molti sècoli avanti l’ora. Perché la carne abitata dallo spírito è il capolavoro di Dio, e per essa era stato fatto il Cielo. Per èsser Carne avevo bisogno di una Madre. Per èsser Dio avevo bisogno che il Padre fosse Dio.
Ecco allora Dio crearsi la Sposa e dirle: “Vieni meco. Al mio fianco vedi quanto Io fàccio per il Fíglio nostro. Guarda e giúbila, eterna Vèrgine, Fanciulla eterna, ed il tuo riso émpia questo empireo e dia agli àngeli la nota iniziale, al Paradiso insegni l’armonia celeste. Io ti guardo. E ti vedo quale sarai, o Donna immacolata che ora sei solo spírito: lo spírito in cui Io mi beo. Io ti guardo e dò l’azzurro del tuo sguardo al mare e al firmamento, il colore dei tuoi capelli al grano santo, il candore al gíglio e il róseo alla rosa come è la tua epidèrmide di seta, còpio le perle dai tuoi denti minuti, fàccio le dolci fràgole guardando la tua bocca, agli usignoli metto in gola le tue note e alle tortore il tuo pianto. E leggendo i tuoi futuri pensieri, udendo i pàlpiti del tuo cuore, Io ho il motivo di guida nel creare. Vieni, mia Giòia, abbiti i mondi per trastullo sinché mi sarai luce danzante nel Pensiero, i mondi per tuo riso, abbiti i serti di stelle e le collane d’astri, méttiti la luna sotto i piedi gentili, fàsciati nella sciarpa stellare di Galatea. Sono per te le stelle ed i pianeti. Vieni e godi vedendo i fiori, che saranno giuoco al tuo Bambino e guanciale al Fíglio del tuo seno. Vieni e vedi creare le pècore e gli agnelli, le àquile e le colombe. Siimi presso mentre fàccio le coppe dei mari e dei fiumi e alzo le montagne e le dipingo di neve e di selve, mentre sèmino le biade e gli alberi e le viti, e fàccio l’ulivo per te, mia Pacífica, e la vite per te, mio Tràlcio che porterai il Gràppolo eucarístico. Scorri, vola, giúbila, o mia Bella, e il mondo universo, che si crea d’ora in ora, impari ad amarmi da te, Amorosa, e si fàccia più bello per il tuo riso, Madre del mio Fíglio, Regina del mio Paradiso, Amore del tuo Dio”. E ancora, vedendo l’Errore e mirando la Senza Errore: “Vieni a Me, tu che cancelli l’amarezza della disubbidienza umana, della fornicazione umana con Satana, e dell’umana ingratitúdine. Io prenderò con te la rivíncita su Sàtana”.
Dio, Padre Creatore, aveva creato l’uomo e la donna con una legge d’amore tanto perfetta che voi non ne potete più nemmeno comprèndere le perfezioni. E vi smarrite nel pensare a come sarebbe venuta la spècie se l’uomo non l’avesse ottenuta con l’insegnamento di Sàtana.
Guardate le piante da frutto e da seme. ¿Ottèngono seme e frutto mediante fornicazione, mediante una fecondazione su cento coniugi? No. Dal fiore màschio esce il polline e, guidato da un complesso di leggi meteòriche e magnètiche, va all’ovàrio del fiore fémmina. Questo si apre e lo riceve e produce. Non si sporca e lo rifiuta poi, come voi fate, per gustare il giorno dopo la stessa sensazione. Produce, e sino alla nuova stagione non si infiora, e quando s’infiora è per riprodurre.
Guardate gli animali. Tutti. ¿Avete mai visto un animale màschio ed uno fémmina andare l’un verso l’altro per stérile abbràccio e lascivo commèrcio? No. Da vicino o da lontano, volando, strisciando, balzando o correndo, essi vanno, quando è l’ora, al rito fecondativo, né vi si sottràggono fermàndosi al godimento, ma vanno oltre, alle conseguenze sèrie e sante della prole, único scopo che nell’uomo, semidio per l’orígine di Gràzia che Io ho resa intera, dovrebbe fare accettare l’animalità dell’atto, necessàrio da quando siete discesi di un grado verso l’animale.
Voi non fate come le piante e gli animali. Voi avete avuto a maestro Sàtana, lo avete voluto a maestro e lo volete. E le òpere che fate sono degne del maestro che avete voluto. Ma, se foste stati fedeli a Dio, avreste avuto la giòia dei figlî, santamente, senza dolore, senza spossarvi in còpule oscene, indegne, che ignòrano anche le bèstie, le bestie senz’ànima ragionévole e spirituale.
All’uomo e alla donna, depravati da Sàtana, Dio volle opporre l’Uomo nato da Donna sóprasublimàta da Dio, al punto di generare senza avér conosciuto uomo: Fiore che gènera Fiore senza bisogno di seme, ma per único bàcio del Sole sul càlice inviolato del Gíglio-Maria.
¡La rivincita di Dio!¡
Físchia, o Sàtana, il tuo livore mentre Ella nasce. ¡Questa Pàrgola ti ha vinto! Prima che tu fossi il Ribelle, il Tortuoso, il Corruttore, eri già il Vinto, e Lei è la tua Vincitrice. Mille esèrciti schierati nulla pòssono contro la tua potenza, càdono le armi degli uòmini contro le tue scàglie, o Perenne, e non vi è vento che valga a dispèrdere il lezzo del tuo fiato. Eppure questo calcagno d’infante, che è tanto ròseo da parere l’interno di una camèlia rosata, che è tanto líscio e mòrbido che la seta è aspra al paragone, che è tanto piccino che potrebbe entrare nel càlice di un tulipano e farsi di quel raso vegetale una scarpina, ecco che ti preme senza paura, ecco che ti confina nel tuo antro. Eppure ecco che il suo vagito ti fa vòlgere in fuga, tu che non hai paura degli esèrciti, e il suo alito purífica il mondo dal tuo fetore. Sei vinto. Il suo nome, il suo sguardo, la sua purezza sono lància, folgore e pietrone che ti trafiggono, che ti abbàttono, che ti imprigiónano nella tua tana d’Inferno, o Maledetto, ¡che hai tolto a Dio la giòia d’èsser Padre di tutti gli uòmini creati!
Inutilmente ormai li hai corrotti, questi che èrano stati creati innocenti, portàndoli a conóscere e a concepire attraverso a sinuosità di lussúria, privando Dio, nella creatura sua diletta, di essere l’elargitore dei figlî secondo regole che, se fóssero state rispettate, avrébbero mantenuto sulla terra un equilíbrio fra i sessi e le razze, atto ad evitare guerre fra pópoli e sventure fra famíglie.

Ubbidendo, avrébbero pur conosciuto l’amore. Anzi, solo ubbidendo avrébbero conosciuto l’amore e l’avrébbero avuto. Un possesso pieno e tranquillo di questa emanazione di Dio, che dal sóprannaturàle scende all’inferiore, perché anche la carne ne giúbili santamente, essa che è congiunta allo spirito e creata dallo Stesso che le creò lo spirito.
¿Ora il vostro amore, o uomini, i vostri amori, che sono? O libídine vestita da amore. O paura insanàbile di pèrdere l’amore del còniuge per libídine sua e di altri. Non siete mai più sicuri del possesso del cuore dello sposo o della sposa, da quando libídine è nel mondo. E tremate e piangete e divenite folli di gelosia, assassini talora per vendicare un tradimento, disperati talaltra, abúlici in certi casi, dementi in altri.
Ecco che hai fatto, Sàtana, ai figlî di Dio. Questi, che hai corrotti, avrébbero conosciuto la giòia di avér figlî senza avere il dolore, la giòia d’èsser nati senza paura del morire. Ma ora sei vinto in una Donna e per la Donna. D’ora innanzi chi l’amerà tornerà ad èsser di Dio, superando le tue tentazioni per potèr guardare la sua immacolata purezza. D’ora innanzi, non potendo concepire senza dolore, le madri avranno Lei per conforto. D’ora innanzi l’avranno le spose a guida e i morenti a madre, per cui dolce sarà il morire su quel seno che è scudo contro te, Maledetto, e contro il giudízio di Dio.
Maria4, píccola voce, hai visto la nàscita del Fíglio della Vérgine e la nàscita al Cielo della Vérgine. Hai visto perciò che ai senza colpa è sconosciuta la pena del dare alla vita e la pena del darsi alla morte. Ma se alla súperinnocénte Madre di Dio fu riserbata la perfezione dei celesti doni, a tutti, che nei Primi fóssero rimasti innocenti e figlî di Dio, sarebbe venuto il generare senza dòglie, come era giusto per aver saputo congiúngersi e concepire senza lussúria, e il morire senza affanno.
La sublime rivíncita di Dio sulla vendetta di Sàtana è stata il portare la perfezione della creatura diletta ad una súperperfezióne, che annullasse almeno in una ogni ricordo di umanità, suscettíbile al veleno di Sàtana, per cui non da casto abbràccio d’uomo ma da divino amplesso, che fa trascolorare lo spírito nell’èstasi del Fuoco, sarebbe venuto il Fíglio.
La Verginità della Vérgine!…
Vieni. ¡Médita questa verginità profonda, che dà nel contemplarla vertígini d’abisso! ¿Cosa è la pòvera verginità forzata della donna che nessún uomo ha sposato? Meno che nulla. Cosa la verginità di quella che volle esser vergine per esser di Dio, ma sa esserlo solo nel corpo e non nello spirito, nel quale lascia entrare tanti estranei pensieri, e carezza e accetta carezze di umani pensieri? Comincia ad essere una larva di verginità. Ma ben poco ancora. Cosa è la verginità di una claustrata che vive solo di Dio? Molto. Ma sempre non è perfetta verginità rispetto a quella della Madre mia.
Un coniugio vi è sempre stato, anche nel più santo. Quello di origine fra lo spirito e la Colpa. Quello che solo il Battesimo scioglie. Scioglie, ma, come di donna separata da morte dello sposo, non rende verginità totale quale era quella dei Primi avanti il Peccato. Una cicatrice resta e duole, facendo ricordare di sé, ed è sempre pronta a rifiorire in piaga, come certi morbi che periodicamente i loro virus acutizzano. Nella Vergine non vi è questo segno di disciolto coniugio con la Colpa. La sua anima appare bella e intatta come quando il Padre la pensò adunando in Lei tutte le grazie.
È la Vergine. È l’Unica. È la Perfetta. È la Completa. Pensata tale. Generata tale. Rimasta tale. Incoronata tale. Eternamente tale. È la Vergine. È l’abisso della intangibilità, della purezza, della grazia, che si perde nell’Abisso da cui è scaturito: in Dio, Intangibilità, Purezza, Grazia perfettissime.
Ecco la rivincita del Dio trino ed uno. Contro alle creature profanate Egli alza questa Stella di perfezione. Contro la curiosità malsana, questa Schiva, paga solo di amare Dio. Contro la scienza del male, questa sublime Ignorante. In Lei non è solo ignoranza dell’amore avvilito; non è solo ignoranza dell’amore che Dio aveva dato agli uomini sposi. Ma più ancora. In Lei è l’ignoranza dei fomiti, eredità del Peccato. In Lei vi è solo la sapienza gelida e incandescente dell’Amore divino. Fuoco che corazza di ghiaccio la carne, perché sia specchio trasparente all’altare dove un Dio si sposa con una Vergine, e non si avvilisce, perché la sua Perfezione abbraccia Quella che, come si conviene a sposa, è di solo un punto inferiore allo Sposo, a Lui soggetta perché Donna, ma senza macchia come Egli è».


Note

  1. Tratto da Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I, Cap. 5, CEV, 2006 ↩︎
  2. Proverbi 8, 22-31. Ispirate all’autore dei Proverbi per celebrare la Sapienza, possono applicarsi anche a Maria, Madre della Sapienza, perché Maria fu sempre, da sempre, pensata e contemplata da Dio. ↩︎
  3. Gènesi 6-9. ↩︎
  4. Si riferisce a Maria Valtorta. ↩︎

Pubblicato il Lascia un commento

I pòveri del Líbano – Settembre 2024 n.10

Sono queste ore decisive, per trovare un accordo in grado di porre fine ad un conflitto che sta di giorno in giorno lasciando con il fiato in sospeso l’intera regione. Anche in Líbano, sia socialmente che économicaménte, la sicurezza non esiste piú. In certe “zone calde”, chi esce di casa non sa se rientra. I sorvoli di aèrei si susséguono.

Tutti dícono di èssere pronti ad una trègua, ma allo stesso tempo si raffòrzano gli armamenti. Dopo dieci mesi di conflitto armato, lungo il confine meridionale, sono centinàia i morti e enormi i disagî alla vita delle persone. 

Due terzi della popolazione non hanno più la possibilità di garantirsi un mínimo per vívere. 

Piú di 91.000 persone sono state costrette ad abbandonare le loro case, con gravi danni per il loro benèssere psicològico e la stabilità finanziària.  Sono state distrutte importanti infrastrutture ídriche, anche per acqua potàbile, terreni agrícoli, strutture sanitàrie, scuole e tribunali. 

Il Líbano è ormai ridotto a un “Paese che vive all’èstero”, gràzie soltanto agli aiuti finanziarî di chi emigra nei Paesi del Golfo, negli Stati Uniti e Canada, Sud Amèrica.

La nostra associazione “Oui pour la Vie” contínua ancora con la “cucina” di Damour, l’ambulatòrio e la casa a Beirut per i test sanitari e per AIDS, droga e alcool, il centro di ascolto per le medicine e la scuola. Sempre per bisognosi di ogni appartenenza.

Si chièdono sempre aiuti e pubblicità. 

Il número di rifugiati provenienti dal Líbano meridionale a càusa della guerra aumenta ogni giorno e “Oui pour la Vie” non riesce più a distribuire porzioni di cibo in quantità cosí elevate.

Per questo abbiamo chiesto a chi ci circonda di aiutarci, cucinando i pasti in casa loro per i pròfughi.

Tutti hanno apprezzato l’idea e ognuno contribuisce secondo le pròprie possibilità.

Padre Damiano mostra il controsoffitto riparato

Un pescatore ci offre ogni giorno un terzo del suo pesce, il macellàio ci mette a disposizione quótidianaménte anche un po’ di carne, una donna ci ha fatto avere alcune confezioni di marmellate fresche di quest’anno e ha tenuto per sé quelle dell’anno scorso, dicendo che nella sua vita ne ha già mangiate abbastanza di buone e preferisce ora regalarne un poco ai bambini bisognosi.

Ci ha molto impressionato una nonna di 81 anni, che ha trascorso 3 giorni a lavorare la lana con i ferri per offrire delle scarpine ad un neonato, che aveva visto tra le bràccia della sua sorellina, sempre con i piedi nudi anche di notte.

Quando condividiamo amore riceviamo solo amore. 

Ringraziamo di cuore tutti coloro che ci hanno aiutato a ripristinare il controsoffitto della scuola della nostra missione a Damour, danneggiato dal “bang supersònico” di aèrei nel mese scorso. Gràzie al vostro pronto sostegno, siamo in grado di riaprire la scuola il mese pròssimo. 

Come inviare un’offerta all’associazione Oui pour la Vie

Puoi inviare un Bonifico
Intestato a: Oui pour la Vie
Banca: Unicredit Cascina (PI).
IBAN: IT94Q0200870951000105404518
BIC-Swift: UNCRITM1G05.
Causale: [inserire la propria email e il proprio telefono o cellulare]

Inviare poi un’email a info@ouipourlavielb.com per avvisare dell’invio dell’offerta

Come invitare padre Damiano Puccini a dare una testimonianza in Italia

  • Chiama il 333.54.73.721
  • Scrivi a pdamianolibano@gmail.com

Pubblicato il Lascia un commento

«Fratelli miei, vòglio mandarvi tutti in Paradiso». Il Perdono di Assisi

«Fratelli miei, vòglio mandarvi tutti in Paradiso». Cosí diceva il 2 agosto 1216 San Francesco a quanti èrano convenuti alla Porziúncola per il Perdono di Assisi. A distanza di otto sècoli da quel giorno, la tradizione dell’indulgenza, che dalla Basílica di Santa Maria degli Àngeli si estende a tutte le chiese parrocchiali e francescane, si ripete.

Continua a leggere «Fratelli miei, vòglio mandarvi tutti in Paradiso». Il Perdono di Assisi
Pubblicato il Lascia un commento

I pòveri del Líbano – Agosto 2024 n.9

I bombardamenti nel Sud del Líbano sono sempre più pesanti e colpíscono ormai ben oltre la línea del fronte. L’ipòtesi di un’escalation sembra sempre più vicina e cresce il número di persone che scèlgono di fuggire in altre àree del Paese. Si stima che l’80% della popolazione libanese viva in situazione di povertà, e circa il 36% al di sotto della sòglia di povertà estrema.

L’82% della popolazione sfollata vive òspite presso altre famíglie, molto spesso in contesti sovraffollati, mentre intanto oltre 70.000 persone vívono ancora nel ràggio di 12 km dal confine con Israele, dove le azioni militari sono più intense. I bombardamenti hanno distrutto importanti infrastrutture ídriche e terreni agrícoli, rendendo crítico l’accesso all’acqua pulita, e costretto a chiúdere strutture sanitàrie, scuole e tribunali, lasciando le persone in condizioni pèssime da un punto di vista igiènico e molto spesso senza lavoro e mezzi di sostentamento.

Al Sud molti bambini sono costretti al lavoro minorile, o ridotti a raccògliere plàstica, ferro per poi vènderli.

La nostra associazione “Oui pour la Vie” contínua ancora con la “cucina” di Damour, l’ambulatòrio e la casa a Beirut per i test sanitari e per AIDS, droga e alcool, il centro di ascolto per le medicine e la scuola. Sempre per bisognosi di ogni appartenenza.

Si chièdono sempre aiuti e pubblicità.

I nostri volontarî fanno arrivare beni di prima necessità e denaro per affrontare l’emergenza alla popolazione siriana e libanese al confine, acquistàndoli anche con le loro rinunce personali.

Padre Damiano e il controsoffitto danneggiato

Una madre che ha sfogato a lungo suoi i sentimenti di paura, ràbbia e disperazione con una nostra volontària l’ha ringraziata dicendo che “l’ascolto vale più di ogni medicina”.

Oui pour la Vie ha ospitato una famíglia di 5 membri tra cui una bambina di 7 anni rimasta sotto la casa distrutta a càusa della guerra nel sud del Líbano, il miràcolo è avvenuto quando dopo le 15 l’hanno ritrovata viva. L’ambulanza ha portato la ragazza alla nostra sede per raggiúngere la sua famíglia dopo le cure mèdiche ricevute.

Ciò che è stato toccante è stato che i cristiani amorévoli hanno accolto questa gióvane ragazza musulmana con musica e danze mentre cercàvano vestiti, cibo e dolci per lei. È vero che l’amore vede solo la persona e il suo bisogno, lontano dalle religioni e dalle altre differenze.

In questi giorni aèrei da guerra hanno sorvolato a grandíssima velocità la nostra zona di Damour, producendo spesso il “bang sònico”: un grande rumore, símile a quello di un’esplosione. Non ci sono mai state conseguenze sui bambini. L’altro ieri queste vibrazioni hanno però fatto crollare il controsoffitto della nostra scuola e della píccola cucina annessa. Per riaprire la scuola a settembre occorrono 6800$.

Come inviare un’offerta all’associazione Oui pour la Vie

Puoi inviare un Bonifico
Intestato a: Oui pour la Vie
Banca: Unicredit Cascina (PI).
IBAN: IT94Q0200870951000105404518
BIC-Swift: UNCRITM1G05.
Causale: [inserire la propria email e il proprio telefono o cellulare]

Inviare poi un’email a info@ouipourlavielb.com per avvisare dell’invio dell’offerta

Come invitare padre Damiano Puccini a dare una testimonianza in Italia

  • Chiama il 333.54.73.721
  • Scrivi a pdamianolibano@gmail.com
Pubblicato il Lascia un commento

Florinda Romano De Santis e il Volto Santo di Gesú

Florinda Romano De Santis nacque nel 1899 (l’atto di Battesimo riporta la data del 25 gennaio, ma altrove è indicata quella del 17) nel popolare Borgo Sant’Antonio Abate di Napoli, seconda figlia delle quattro nate dalla relazione tra Francesco Romano e Fortuna Dattilo, poi regolarizzata alla morte del marito di lei, affetto da una malattia mentale.

Continua a leggere Florinda Romano De Santis e il Volto Santo di Gesú
Pubblicato il Lascia un commento

Messàggio del Cuore Castíssimo di san Giuseppe

07 marzo 1998, h 21:20 ca

Edson Glauber:
San Giuseppe si presentò con un manto di colore fòglia-verde, una túnica cènere-scura e stringeva la mano destra di Gesú. Nostra Signora era vestita con un manto azzurro, àbito bianco con velo bianco. Il Bambino vestiva una túnica di colore giallo chiaro.

Continua a leggere Messàggio del Cuore Castíssimo di san Giuseppe
Pubblicato il Lascia un commento

Messaggî di Gesú sul suo Santo Volto alla veneràbile madre Maria Pia Mastena

Madre Maria Pia Mastena nacque a Bovolone (VR) il 7 dicembre 1881 da una famíglia in cui la devozione al Santo Volto aveva già una tradizione, tradotta in pràtiche religiose símili a quelle del Sacro Cuore di Gesú. La bambina, che allora si chiamava Teresa, iniziò fin d’allora l’esercizio della mortificazione e della contemplazione, tanto da anelare al martirio e a darsi penitenze cruente, per riparare le colpe degli altri e sue che vedeva riflesse nel Volto di Gesú, la cui immàgine pendeva da una parete della sua cameretta.

Oltre a darsi a tutti i cómpiti della carità, senza che alcuno l’avesse spinta o gliene avesse parlato, a dieci anni emise il voto di castità per petua, senza capire, a suo dire, tutta la portata di quella obbligazione. Era appunto il 19 marzo 1891, giorno della sua Prima Comunione. E fu pròprio in quella data e per quell’occasione che nei suoi místici rapimenti le parve di scorgere dinanzi allo sguardo l’immàgine di un volto e di una croce ed in maniera cosí chiara che le si incise profondamente nell’ànima, senza peraltro che capisse il profondo significato di quel segno che le ridava la sagoma ben nota del volto di Gesú.

Sentí créscere nella sua attività di bambina l’anèlito dell’apostolato che, intrapreso già prima quale catechista esercitò in parrocchia, divenne vera e pròpria attività illuminativa tra le coetanee: le compagne di scuola, le amiche, e anche con altri, con particolare riferimento alla riparazione ed adorazione, alla fuga dal peccato e dal disórdine.

A diciannove anni entrò nell’Istituto delle Sorelle della Misericòrdia di Verona dove profuse tesori di carità e di zelo. Trasferita a Miane di Treviso, insegnate comunale, come prima cosa istituí tra le consorelle “La mística catena” con lo scopo di tèndere alla perfezione in riparazione e glorificazione del volto di Gesú.

Madre Pia Mastena era un’ànima mística. Lei stessa scriveva in questo periodo: “Quando mi metto in preghiera e talvolta anche per le strade, quando sto facendo lezione a scuola mentre sto parlando con una persona, d’un tratto, me sento investita da uno spírito che mi pènetra tutta”.

Un giorno Gesú le disse:

Io ti ho ritirata tutta in me, il tuo èssere è tutto perduto in me, come tante volte mi hai chiesto: gli altri ti védono, ma tu, che tratti e parli con essi, non esisti piú perché sono io che vivo ed agisco realmente in te.

Nel 1930, sotto la guida di S.E. Mons. Eugenio Beccegato fondò la Congregazione delle Suore del Santo Volto con lo scopo preciso di glorificare il Volto appassionato di Gesú attraverso un apostolato aderente ai bisogni della società: in parrocchia, nella scuola, tra i malati.

Nel 1924 Gesú dettò “La via Crucis” di cui ci piace sottolineare la VI stazione in cui fa riferimento al Santo Volto di Gesú:

Dammi il tuo cuore, o sposa.. Là bramo vedere scolpita l’immàgine del mio volto sfigurato: impresso in te, riceverà nuova bellezza, nuovo splendore ed il tuo cuore si dilaterà, s’infiammerà, e vorrà solo vedere e contemplare il volto mio, il volto dello sposo divino.

Nel 1926 scrive “Il testamento di Gesú” di cui riportiamo un brano che si riferisce al Santo Volto:

Àbbimi sempre presente nella memòria.. benché lungi dalla terra ove io ti làscio, ti dono il sudario dove impressi il mio volto addolorato, grondante vivo sàngue… sia questo lo spècchio ove ogni ora tu dovrai rimirarti, procura di ricopiare in te le fattezze del tuo sposo.

Suo Maria Pia Mastena voleva stampare il volto di Cristo sul volto di ogni uomo, il vdolto di Cristo, come mezzo per restaurare il volto dell’uomo, l’ardore, di “riparare e ristabilire l’immagine del dolce Gesú nella ànime”, la rendeva incisiva nella sua azione apostòlica, che tutti raggiungeva, ma ance solerte nell’uso dei mezzi di spostolato: tra questi emerge il suo ardito propòsito di stampare migliàia immàgini del Santo Volto della Sindone, da inviare in tutto il mondo, compresa la Rússia, perché nel suo spírito ardeva il messàggio ricevuto da Gesú:

Per il mio santo colto sarà salvo il mondo,

e ancora

L’immàgine del mio Santo Volto attirerà gli sguardi di compiacenza del mio Padre celeste sulle ànime ed egli si piegherà a misericòrdia e perdono.

Pubblicato il Lascia un commento

Messàggio di Nostra Signora e del Cuore Castíssimo di san Giuseppe

5 marzo 1998, 21:15 ca

Edson Glauber:

In questa notte ho ricevuto la vísita della Sacra Famíglia. San Giuseppe era vestito con un manto beige e una túnica azzurro cènere; teneva il Bambino Gesú nelle bràccia e il Bambino vestiva una túnica di colore azzurro molto chiaro. Nostra Signora aveva un velo bianco e un vestito di colore azzurro cènere. I tre stàvano come avvolti da una luce molto forte. In questa notte è stata Nostra Signora a parlare per prima, con una voce maternamente amorosa.

Continua a leggere Messàggio di Nostra Signora e del Cuore Castíssimo di san Giuseppe
Pubblicato il Lascia un commento

Messaggî di Gesú sul suo Santo Volto alla serva di Dio Maria Concetta Pantusa

Accenni biogràfici

La serva di Dio Maria Concetta Pantusa (3 febb 1894 – 27 mar 1953) da fanciulla ebbe non poco a soffrire per il duro trattamento del padre, che la condusse con sé in Brasile dove si recava in cerca di lavoro. Qui Concetta andò sposa al giovane ferroviere Vito De Marco che morí nella guerra del 1915-’18.

Continua a leggere Messaggî di Gesú sul suo Santo Volto alla serva di Dio Maria Concetta Pantusa
Pubblicato il Lascia un commento

Messàggio di Gesú e del Cuore Castíssimo di san Giuseppe

2 marzo 1998, h 21:37

Edson Glauber:
In questa apparizione, San Giuseppe è venuto con il Bambino Gesú, che reclinava la sua testa, come per riposare sul suo Cuore Castíssimo. Il Bambino Gesú teneva nelle sue mani alcuni giglî. San Giuseppe era molto felice e sorrideva. Era vestito con un manto colór marrone e una túnica bianca. In quella notte, durante l’apparizione, è stato il bambino Gesú che ha parlato per primo.

Continua a leggere Messàggio di Gesú e del Cuore Castíssimo di san Giuseppe
Pubblicato il Lascia un commento

PRIMO MERCOLEDÍ DEL MESE IN ONORE DEL CASTÍSSIMO CUORE DI SAN GIUSEPPE

4 marzo 1998, h 21.10 ca

Edson Glauber:
Come al solito, dopo le orazioni, San Giuseppe apparve nella mia stanza per trasmettere il suo santo messaggio. In questa notte egli venne vestito con un manto color violaceo e una tunica color verde. Teneva una cosa come un bastone nella mano destra e mi mostrava il suo Cuore Castissimo che emetteva raggi di luce molto forti:

Continua a leggere PRIMO MERCOLEDÍ DEL MESE IN ONORE DEL CASTÍSSIMO CUORE DI SAN GIUSEPPE
Pubblicato il Lascia un commento

Messàggio della Santíssima Vérgine Maria sul Cuore Castíssimo di san Giuseppe

9 marzo 1988

Edson Glauber:

San Giuseppe si è presentato con un manto color violàceo e una túnica bianca, Nostra Signora con un manto azzurro e un vestito bianco. Il Bambino Gesú vestito tutto di bianco in bràccio a San Giuseppe.

Continua a leggere Messàggio della Santíssima Vérgine Maria sul Cuore Castíssimo di san Giuseppe
Pubblicato il Lascia un commento

Offerta delle pròprie sofferenze per i purganti

Dice Gesú:

Il venerdí sia per coloro che vívono la loro crocifissione spirituale nel Purgatòrio cercando Dio e non potèndolo ancora avere.

Tu sai, come Io so, cosa vòglia dire sentirsi separati da Dio[1]. Io so, tu non sai, il giúbilo che rapí in un túrbine di amore i giusti quando lo apparii un lontano venerdí[2] e dissi: “L’attesa è finita. Venite a possedere Iddio”.

Perché ogni venerdí i miei àngeli pòssano dire a molti spíriti purganti questa parola, soffri e offri ogni venerdí. I beati sono le gemme nate dal Sàngue che ho sparso sino all’estrema stilla il venerdí di Parasceve pasquale. Aprire ad un’ànima il Regno e introdurla nella beatitúdine è rèndermi ciò che è mio. Giustízia dunque e amore per Me.

Brano tratto da Maria Valtorta, I Quaderni del 1944, 29.5, CEC, Isola del Liri, p. 394-395.


Note

[1] Per la scrittrice: a partire dal 9 aprile, p. 320ss. Per Gesú: Matteo 27,46; Marco 15,34.

[2] Quello della morte e discesa agli ínferi di Gesú.

Pubblicato il Lascia un commento

Messàggio del Cuore Castíssimo di san Giuseppe

8 marzo 1998, h 21:20 ca

Edson Glauber:
San Giuseppe era vestito con una túnica marrone-scuro e il manto marrone-chiaro, circondato da dódici àngeli con grandi ali.

San Giuseppe:

«Mio caro fíglio, il mio Cuore esulta di giòia per questi incontri. Io desídero infatti spàrgere le gràzie che il Signore mi permette di concèdere. Vòglio, attraverso il mio Cuore, condurre tutti gli uòmini a Dio. Qui, nel mio Cuore, tutti gli uòmini avranno protezione e per mezzo di questo Cuore comprenderanno, nella loro vita, l’amore di Dio. Mio caro fíglio, tutti coloro che propagheranno la devozione al mio Cuore e la praticheranno con amore sincero saranno certi di avere i loro nomi impressi nei Cuori di Gesú e di Maria cosí come la croce del Fíglio mio Gesù e la lettera “M” sono impressi sotto forma di piaghe. Questo è vero anche per tutti i sacerdoti che io amo con predilezione. I sacerdoti che nutriranno la devozione al mio Cuore e la diffonderanno, avranno la gràzia, concessa da Dio, di toccare i cuori più induriti e di convertire i peccatori più ostinati. ¡Pòssano tutti diffóndere la devozione al mio Cuore! È Dio stesso che vuole cosí. A tutti coloro che ascolteranno questo mio appello, la mia benedizione».

Pubblicato il Lascia un commento

Offerta delle pròprie sofferenze per il sacerdòzio

Dice Gesú:

La doménica, il lunedÍ e martedÍ (offri le tue sofferenze) per il Sacerdòzio. Nel Sacerdòzio includo tutti i consacrati di ogni gènere e categoria. ¿Perché tre giorni per loro soli? Perché, per il bisogno che ne hanno, non basterébbero tutti e sette.

Continua a leggere Offerta delle pròprie sofferenze per il sacerdòzio
Pubblicato il Lascia un commento

Offerta delle pròprie sofferenze per i peccatori

Dice Gesú:

Il sàbato è il giorno della Mamma, ed Ella ti ha già chiesto di soffrire per i peccatori. Sia dunque ogni tuo sàbato un fàscio di spine che ti serri sul cuore perché s’infiori di rose da offrire a Maria. Ogni peccatore che torna a Dio è una rosa che tu deponi ai piedi della Madre, una rosa con cui Ella si deterge il pianto che le sgorga dal cíglio da quando la feci Madre dell’umàn gènere così a Me nemico.

E per, te? La settimana è finita e il píccolo Giovanni non ha avuto un’ora di libertà per pensare a sé.
A te ci penso lo. Io e la Mamma. E mentre tu fai quello che puoi, come puoi, malamente nonostante il tuo buòn volere, Io e la Mamma facciamo per te, come Noi sappiamo. Se tu logorassi la vista, le labbra, le ginòcchia e il cuore a pregare, a lavorare per te, non ti faresti che uno stràccio di veste rispetto a quella regale che ti tesse Maria e che il tuo Gesú fa di porpora nel suo sàngue; perché ti amiamo e vediamo che ci ami.

Brano tratto da Maria Valtorta, I Quaderni del 1944, 29.5, CEV, Isola del Liri, p. 394-395.

Pubblicato il Lascia un commento

Introduzione alla passione e morte di Gesú

Dice Gesù:
«Ed ora vieni. Per quanto tu sia questa sera come uno prossimo a spirare, vieni, ché Io ti conduca verso le mie sofferenze. Lungo sarà il cammino che dovremo fare insieme, perché nessun dolore mi fu risparmiato. Non dolore della carne, non della mente, non del cuore, non dello spirito. Tutti li ho assaggiati, di tutti mi sono nutrito, di tutti dissetato, fino a morirne.

Continua a leggere Introduzione alla passione e morte di Gesú
Pubblicato il Lascia un commento

Cattòlici richiàmano la stampa cattòlica al dovere di informare sulle reazioni avverse post-vaccinali

Il gruppo “Verità e Ríconciliazióne”, che raduna da due anni decine di preti, religiosi e làici distanti dalla narrazione imposta in tema di lock-down e vaccinazioni, rende noto il contenuto integrale di una sua léttera, indirizzata ai Direttori e ai membri della redazione di Avvenire, Osservatore Romano e di Famíglia Cristiana, nella quale si chiede conto del silènzio dei media ecclesiali attorno al dramma degli eventi avversi successivi all’inòculaziòne del vaccino anti-CoViD 19.

Continua a leggere Cattòlici richiàmano la stampa cattòlica al dovere di informare sulle reazioni avverse post-vaccinali
Pubblicato il Lascia un commento

¿La profezia dei tre papi ricevuta da Conchita di Garabandal si sta compiendo sotto i nostri occhî?

Molto nota è la “profezia dei tre papi“ présumibilménte comunicata dalla Madonna al Conchita González, una delle quattro veggenti della mànifestazióne mariofànica avvenuta tra il 1961 e il 1965 nel villàggio cantàbrico di Garabandal (Spagna). Secondo la profezia, si sarébbero succeduti sul sòglio di Pietro tre papi e poi sarebbe avvenuta la “fine dei tempi“. ¿Si è compiuta questa profezia?

Continua a leggere ¿La profezia dei tre papi ricevuta da Conchita di Garabandal si sta compiendo sotto i nostri occhî?
Pubblicato il Lascia un commento

Domínica Tertia Adventus

Àudio-commento teològico-spirituàle alle letture e alle preghiere del Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum[1], (it.: Messale Romano riveduto per decreto del sacrosanto Concílio di Trento), tratto da Maria Valtorta, Il libro di Azaria, CEV.

Per ascoltare l’àudio-commento, clicca sul símbolo bianco del play, posto in basso a destra nel riquadro soprastante.

Continua a leggere Domínica Tertia Adventus
Pubblicato il Lascia un commento

POLITICI “CATTOLICI” PRO ABORTO E DIRITTO CANONICO. UN CASO DI NON AMMISSIONE ALLA COMUNIONE EUCARISTICA?

Stretta di mano massonica

La Speaker della Camera americana, Nancy Pelosi, incontra il papa a Roma e nonostante le sue posizione pro aborto riceve la comunione a San Pietro.

Cerchiamo di capire cosa insegna la Chiesa a proposito dell’accesso alla comunione dei politici pro aborto.

Continua a leggere POLITICI “CATTOLICI” PRO ABORTO E DIRITTO CANONICO. UN CASO DI NON AMMISSIONE ALLA COMUNIONE EUCARISTICA?
Pubblicato il Lascia un commento

Omelia: IV Doménica del Tempo di Pasqua | Anno C

Letture della messa del giorno

Il Salmo ci diceva: «Egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo pòpolo e gregge del suo pàscolo» (Sal 99, v.3). E il libro dell’Apocalisse ci faceva vedere come avviene questa appartenenza: «Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro» (Ap.7, v.15), cioè: Dio, l’Onnipotente, che siede come Signore sur un trono eterno, ci ha raggiunti attraverso il Fíglio, la cui tenda è l’umanità di Gesú Cristo. Questa tenda che è diventata dimora del Fíglio di Dio, adesso si stende su tutti coloro che lo ascòltano, gli crédono, lo séguono come Buon Pastore: la sua umanità deve diventare la nostra umanità, perché senza di essa non saremo gregge, né pecorelle, ma capre e caproni. Èssere gregge di Gesú vuol dire che l’io è inserito in Dio; il noi è accettàbile e possíbile a chi si disseta alle stesse sorgenti di acqua viva; la voce del Buon Pastore è sempre riconosciuta perché si persèvera nella gràzia ricevuta.

Continua a leggere Omelia: IV Doménica del Tempo di Pasqua | Anno C
Pubblicato il Lascia un commento

De habitu sancto ovvero la fede fa l’àbito.

Un libro da lèggere e regalare

Il 25 Gennàio 2022, nel giorno della Conversione di san Pàolo, padre Giuseppe Agnello ritorna a fare dono ai lettori di un suo libro, stavolta un sàggio di vita spirituale, di fede vissuta, di ricchezza bíblica, di stòria della Chiesa, di attualità e di verità dei segni, di lavoro certosino per comprèndere tanti problemi ecclesiali visíbili ai piú avvertiti e ignorati dai piú.

Continua a leggere De habitu sancto ovvero la fede fa l’àbito.
Pubblicato il Lascia un commento

Omelia: II Doménica di Quarésima | Anno C

Letture della messa del giorno

Le tentazioni (viste Doménica scorsa), una volta vinte, ci fanno piú forti; la parola di Dio ascoltata e vissuta, insieme alla preghiera, ci fa piú belli. Il tema della Trasfigurazione non è solo un fatto stòrico, che riguarda la stòria personale di Gesú, Pietro, Giovanni e Giàcomo, ma è un fatto spirituale che riguarda tutti i credenti in Gesú.

Continua a leggere Omelia: II Doménica di Quarésima | Anno C
Pubblicato il Lascia un commento

Discorso di Vladimir Putin del 24 febbraio 2022

Riportiamo qui sotto la traduzione integrale del discorso di Vladimir Putin, trasmesso dalla televisione russa quando in Italia erano le 03:50 di oggi 24 febbraio 2022. Nel discorso Putin annuncia l’operazione militare speciale in difesa della regione del Donbass in cui si trovano le due repubbliche popolari di Donetsk (Dnr) e Lugansk (Lnr) che hanno richiesto l’intervento russo per porre fine al massacro della popolazione della regione operato dalle forze militari ucraine ormai da otto anni.

Continua a leggere Discorso di Vladimir Putin del 24 febbraio 2022
Pubblicato il 2 commenti

Lettera aperta di don Floriano Pellegrini al Nunzio Apostolico in Italia sugli scandalosi silenzi dell’episcopato italiano

Don Floriano Pellegirni è un sacerdote cattolico incardinato nella diocesi di Belluno-Feltre, classe 1958, parroco di Coi, Val di Zoldo (BL). Da molti conosciuto per aver parlato alla manifestazione dei portuali di Trieste. Don Floriano ha un’intelligenza fine e una penna scorrevole, come si evince dalla lettura dei suoi articoli raccolti nel sito Don Floriano. Ultimamente in quest’ultimo sito ha pubblicato una sua lettera aperta al Nunzio Apostolico in Italia, Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Emil Paul Tscherrig, sugli scandalosi silenzi dell’episcopato italiano. La riportiamo integralmente.

Continua a leggere Lettera aperta di don Floriano Pellegrini al Nunzio Apostolico in Italia sugli scandalosi silenzi dell’episcopato italiano
Pubblicato il Lascia un commento

Infondatezza mèdico-scientífica e giurídica dell’imposizione della Comunione sulla mano

Testo di don Federico Bórtoli, dottore in Diritto Canonico e cancelliere della diocesi di San Marino – Montefeltro; divisione in titoli e note di Flaviano Patrizi, teologo e scrittore, autore tra l’altro del saggio Distribuzione della comunione con i guanti e imposizione della comunione sulla mano: l’abuso liturgico imposto dalla CEI.

Continua a leggere Infondatezza mèdico-scientífica e giurídica dell’imposizione della Comunione sulla mano
Pubblicato il 1 commento

Visione di padre Fredy Leonardo Herrera Fuentes nella Santa Messa

Durante una Santa Messa celebrata nel mese di febbraio 2021 e trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook della parrocchia Immacolato Cuore di Maria, quartiere Claret, Bogotá (Colombia), il giovane parroco padre Fredy Leonardo Herrera Fuentes (33 anni) ha visto in visione Gesú calpestato dai fedeli che si comunicano sulla mano e in piedi.

Continua a leggere Visione di padre Fredy Leonardo Herrera Fuentes nella Santa Messa
Pubblicato il Lascia un commento

Hai paura del Coronavirus?

Nel vídeo posto qui sotto il dottore Pàolo Gulisano abbatte la paura del Coronavirus riducendo alle reali dimensioni il fenòmeno pandèmico. Il dott. Gulisano è un epidemiòlogo, docente di Stória della Medicina, specializzato in igiene e medicina preventiva,  persona quindi in possesso dei títoli per parlare autorevolmente dell’epidemia di SARS-CoV-2, responsàbile della malattia COVID-19.

Continua a leggere Hai paura del Coronavirus?
Pubblicato il Lascia un commento

Covid-19, gruppo di medici al governo: “Revochi i provvedimenti di contenimento”

«Il governo revochi i provvedimenti di contenimento emessi sulla base di uno stato di emergenza di cui oggi non sussistano dei presupposti di fatto che ne giustifichino l’applicazione».

È la richiesta posta da un gruppo di medici  (dott. prof. Pasquale Mario Bacco, dott.ssa Antonietta Gatti, dott. Mariano Amici, prof.ssa Carmela Rescigno, dott. Fabio Milani, dott.ssa Maria Grazia Dondini) che ha inviato un’istanza in autotutela al governo. Nel documento vengono smontati i punti della narrativa allarmistica sul coronavirus attraverso prove documentali e l’esperienza sul campo, e viene chiesto al governo di giustificare le scelte fatte sulla base delle osservazioni di “esperti” di cui non si conoscono né l’autorevolezza e né l’esperienza (ci potrebbero essere conflitti d’interesse). I medici inoltre criticano la misura che obbliga a usare le mascherine: indossarle per ore fa male, tra i rischi l’ipercapnia e sovrainfezioni da microorganismi.

Pubblicato il Lascia un commento

Gesú: Riflessioni sulla Passione di Gesú e di Maria e sulla con-passione di Giovanni

Dice Gesù[1]:

«Tu lo hai visto quanto costi essere Salvatori. Lo hai visto in Me ed in Maria. Le nostre torture le hai tutte conosciute ed hai visto con che generosità, con che eroismo, con che pazienza, con che mitezza, con che costanza, con che fortezza le abbiamo subite per la carità di salvarvi.

Continua a leggere Gesú: Riflessioni sulla Passione di Gesú e di Maria e sulla con-passione di Giovanni
Pubblicato il

Audiolibro della testimonianza di Gloria Polo a puntate

Un nuovo strumento di apostolato si aggiunge al nostro catalogo: l’audiolibro della testimonianza di Gloria Polo a puntate, udibile gratuitamente nel nostro canale Youtube:

Link alla playlist Gloria Polo, Audiolibro della testimonianza  a puntate

Ogni puntata corrisponde ad un paragrafo del libro Sono stata alle porte del cielo e dell’inferno. Nuova testimonianza della dott.sa Gloria Polo.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione di Samanta Aimi, che ha prestato e sta tuttora prestando la sua voce, il suo tempo e il suo amore per la realizzazione del progetto.

Ci auguriamo che questo strumento possa essere largamente accolto e condiviso, risultando così utile alla conversione personale e all’apostolato.

Pubblicato il

Riflessioni sul Transito di Maria Santissima, sulla sua Assunzione e sulla sua Regalità

Se volete farvi del bene, concedetevi il tempo di leggere queste riflessioni sul transito di Maria Santissima, sulla sua Assunzione e sulla sua Regalità. Sono quanto Gesù e la Vergine Maria stessa hanno voluto comunicarci attraverso la mistica cattolica Maria Valtorta[1] al fine di introdurci nell’intimità di questo mistero e svelarci il suo profondo significato.

Continua a leggere Riflessioni sul Transito di Maria Santissima, sulla sua Assunzione e sulla sua Regalità
Pubblicato il

Morte prenatale e sepoltura: cosa prevede la legge

L’associazione Ciao Lapo Onlus ha sviluppato nel 2008 e aggiornato nell’ottobre 2017 un documento esemplificativo per gli ospedali ed i consultori con la speranza di fare chiarezza sulle leggi che regolano la sepoltura in caso morte prenatale e di poter favorire il passaggio corretto di informazioni tra le istituzioni italiane preposte e gli aventi diritto (la donna, la coppia, i loro rappresentanti).

Continua a leggere Morte prenatale e sepoltura: cosa prevede la legge
Pubblicato il

Riflessione di Antonio Livi su Amoris Laetitia

Analisi del filosofo e teologo cattolico Antonio Livi sull’esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia (19 marzo 2016), pubblicata il 4 aprile 2016 sul sito di informazione online La Nuova Bussola Quotidiana. La ripresentiamo perché alla luce dei successivi sviluppi delle posizioni di papa Francesco in merito all’argomento[1], si può apprezzare ancor di più la sua precisione e l’afflato profetico. Continua a leggere Riflessione di Antonio Livi su Amoris Laetitia

Pubblicato il Lascia un commento

Ejercisios espirituales por la Pentecostés dictados por Jesús a santa Faustina Kowalska

En vista de la fiesta liturgica de Pentecostés proponemos los ejercisios espirituale de tre dias que Hesús dictó a santa Faustina Kowalska apóstol de la Divina Misericordia, en preparación para el Pentecostés del 5 de junio de 1938. Cuando la santa transcribió bajo la fecha del 2 de junio de 1938 éstos Ejercicios espirituales, se encontraba hospitalizada desde unos seis meses en el sanatorio Pradnik, cerca de Cracovia, para curarse de la tuberculosis. Así lo señaló en su diario: "Bajo la dirección del Maestro, Jesús.  Él Mismo me ordenó hacer estos ejercicios espirituales y Él Mismo estableció los días para hacerlos, es decir tres días antes de la venida del Espíritu Santo y Él Mismo los dirigió ".

Leggi tutto

Pubblicato il Lascia un commento

IMMACOLATA VERGINE MARIA: MADRE BEATA DEL VERBO

Nel Vangelo di Luca è scritto che, mentre Gesù parlava, una donna disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Al che Gesù rispose: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” (vd. Lc 11,27-28). Questa frase viene interpretata dai cristiani più o meno bene. Così la spiega la Vergine Maria alla mistica italiana Maria Valtorta: Continua a leggere IMMACOLATA VERGINE MARIA: MADRE BEATA DEL VERBO

Pubblicato il Lascia un commento

Gloria Polo, conclusioni dello studio di Flaviano Patrizi

Nel libro Illusione o realtà, studio critico sulla testimonianza della dott.sa Gloria Polo e le esperienze di Premorte, Flaviano Patrizi affronta l’affascinante argomento delle Esperienze di Premorte (EPM). Il percorso di studi delineato nel libro «permette di poter rilevare che le EPM sono un reale "indizio" dell’esistenza dell’anima e della sua immortalità, di una vita oltre la vita e di una realtà spirituale trascendente (ipotesi trascendentale)». Inoltre lo studio evidenzia che le EPM «risultano essere “rivelazioni” più o meno parziali dell’amore di Dio e un invito a vivere nell’amore incondizionato».

Leggi tutto

Pubblicato il Lascia un commento

L’arte del soffrire

Siamo felici di presentare il nuovo video integrale di Flaviano Patrizi: “L’arte del soffrire”. L’autore, ben lungi da volere fare un inno al masochismo, affronta il problema della sofferenza inevitabile raccontando una squarcio della propria vita e di quella di suo padre, malato di SLA. È una testimonianza molto commovente. Sarà utili a tutti: non solo a coloro che, non cristiani, sono influenzati da quella parte della cultura che erroneamente considera l’accettazione della sofferenza (la croce) “una stoltezza” (cfr. 1Cor 17,23), ma anche a tanti cristiani che indotti da una pseudo spiritualità del comfort  rifiutano  le sofferenze della vita e dimenticano che Gesù disse:

Continua a leggere L’arte del soffrire
Pubblicato il Lascia un commento

Le promesse di Gesù agli adoratori del Santissimo Sacramento

Dagli scritti di Catalina Rivas:

Gesù mi disse:
“Io prometto all’Anima che, con frequenza, viene a visitarMi in questo Sacramento dell’Amore, di riceverla amorevolmente, insieme a tutti i Beati e agli Angeli del Cielo; che ogni sua visita sarà scritta nel Libro della sua Vita e le concederò:

Leggi tutto